E’ il momento dei medici per l’autodeterminazione

Medici e infermieri - Illustrazione di Giovanni Di Modica

E’ arrivato il momento che i medici favorevoli all’autodeterminazione del paziente sul fine vita si facciano sentire.

I medici non danno la morte, curano le persone“. Con questo tipo di affermazioni spesso si giustifica l’opposizione all’idea che il medico possa aiutare una persona a morire, anche di fronte a situazioni di sofferenza insopportabile o malattia irreversibile. Eppure noi sappiamo, nella concreta esperienza di tutti questi anni di lotta per l’eutanasia legale, che tanti medici, infermieri e altri operatori sanitari ci contattano per raccontarci di come sentirebbero come proprio dovere sia morale che professionale rispettare le scelte del paziente ed aiutarlo a realizzare la sua volontà nelle migliori condizioni possibili di assistenza ed assenza di dolore.

In questo quadro, la sentenza della Corte costituzionale sul processo a mio carico per la morte di Fabiano Antoniani si inserisce come elemento di grande novità. Sarà pubblicata a giorni la sentenza per esteso, ma già sappiamo che la Corte ha ritenuto possibile, a determinate condizioni, fornire aiuto medico alla morte volontaria, ritenendo contemporaneamente doveroso che ciò sia fatto nell’ambito del sistema sanitario nazionale.

A questo punto, la classe medica può reagire in due modi: stare sulla difensiva, provando a negare per quanto possibile la disponibilità a dare seguito pratico alla sentenza e boicottando di fatto (di diritto ovviamente non potrebbe) la sua applicazione; oppure darsi da fare non solo affinché la sentenza sia rispettata, ma anche perché sia integrata con quella cura ed assistenza al malato che in alcuni casi potrebbe anche prevenire richieste eutanasiche.

Una cosa deve essere chiara: nessuno vuole imporre a un singolo medico di aiutare un paziente a terminare la propria vita. Anche nei Paesi dove l’eutanasia è legale, sono i medici a scegliere se dare la disponibilità a fornire quel tipo di aiuto. Anche per i medici, come per i pazienti, la legalizzazione dell’assistenza alla morte volontaria -o, un domani, dell’eutanasia- non toglierebbe un diritto a nessuno, introdurrebbe invece una libertà fondamentale in più per chi lo vuole.

Ecco perché è importante che siano tanti i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari che affermino in modo chiaro la propria coscienza deontologica al servizio delle scelte individuali anche nelle fasi terminali della vita.

Se sei un sanitario, firma l’appello per il rispetto delle volontà del paziente anche nel fine vita!