Ora che lo ha riconosciuto anche il Garante per la protezione dei dati personali, il Centro Nazionale Trapianti venga finalmente chiamato a rispondere per la sistematica violazione dei dati sensibili, attraverso i quali possono essere identificati i nati da eterologa e i donatori dei gameti utilizzati. Violazioni ingiustificate e non tollerabili, più volte denunciate dalle coppie infertili e dai sodalizi che le rappresentano.

Hera si associa perciò alle altre associazioni nel richiedere un provvedimento sanzionatorio e si ripromette di agire nelle sedi opportune per riaffermare il diritto all’anonimato, evitando che i nati da eterologa siano soggetti ad un indebito e illegittimo monitoraggio.

Più in generale, sotto questi e altri aspetti, chiediamoci perché la riproduzione assistita eterologa, reintrodotta in Italia grazie a dure battaglie giudiziarie, incontri ancora tante difficoltà. È passato quasi un anno e mezzo dalla decisione della Corte Costituzionale che, con una sentenza di portata storica, la 162 del 2014, ha cancellato il divieto di donazione di gameti. Tuttavia siamo costretti a rilevare che, nonostante ne abbia avuto tutto il tempo, manca ancora da parte del Ministero della Salute un’azione che garantisca una donazione altruistica dei gameti. Manca una corretta campagna informativa. Manca un’illuminata integrazione delle linee guida, auspicata dalla stessa Consulta, soprattutto per quanto riguarda il limite del numero di donazioni per donatore.

A fronte di tale ritardo, si registrano purtroppo atti che ledono il diritto alla privacy delle persone: sia i nati da eterologa, sia le coppie riceventi e i donatori che entrano in tale processo riproduttivo.

Perché il CNT non tutela i donatori di gameti al pari degli altri donatori di cellule? perché si mobilita per tutte le donazioni di organi, tessuti, cellule, nessuna esclusa, fuorché la donazione delle cellule riproduttive, trascurando del tutto di promuoverla?