Grazie, Marco. Io voglio innanzitutto ringraziare coloro che hanno portato avanti l’Associazione Luca Coscioni per 10 anni, sapete che anch’io ho fatto la mia parte nei primi anni, e la cosa che mi piace ricordare in questa sede è che Luca Coscioni volle fortemente questa Associazione e la volle veramente con tutta la sua forza interiore mentre era vivo: “non voglio un’associazione “a babbo morto” – scrisse, Maria Antonietta sicuramente lo ricorda – ma voglio un’associazione che porti il mio nome nel momento in cui sono vivo, nel momento in cui posso dare gli indirizzi di questa associazione che deve lottare, assolutamente, per la libertà di ricerca scientifica nel nostro paese, per i diritti civili degli Italiani”.

Si è parlato molto in questa sede, e giustamente, del turismo procreativo, come non parlarne, si è parlato anche del turismo per l’eutanasia: quanti sono quelli che se lo possono permettere, che decidono di concludere la loro vita in un modo dignitoso e visto che non possono farlo in Italia, vanno in Svizzera, o in altri paesi. Vi devo parlare di un altro turismo, non so se c’è stato modo di parlarne perché non ho potuto seguire tutto il Congresso, del turismo dei divorzi, perché sono ormai tantissime le coppie che non sopportando la assurda legislazione italiana in materia di divorzio, che prevede 3 anni di separazione, noi abbiamo i tempi più lungi d’Europa, vanno in altri paesi comunitari dove, iscrivendosi all’anagrafe, possono ottenere nel giro di poco tempo il loro divorzio. Allora noi siamo un paese che è costretto a fare, ma probabilmente ci sono tanti altri settori, che è costretto ad emigrare per vedere rispettati diritti che in Italia non sono riconosciuti. Ebbene, la legge sul divorzio breve, noi Radicali avevamo proposto, la prima firma di questa proposta di legge è di Maria Antonietta Farina Coscioni, che non ci fosse proprio la separazione, il periodo di separazione prima di potere accedere al divorzio, come avviene in molti paesi europei e che, semmai, se la coppia volesse decidere di passare attraverso un periodo di separazione, questa fosse una scelta della coppia. Comunque, alla fine, è venuta fuori la proposta compromissoria di un anno di separazione, dai 3 passarono a un anno. Vi ricordate, prima erano 5, poi si è arrivati a 3, e adesso la proposta è di un anno. Il testo di legge era stato già calendarizzato in aula, ed è uscito da quella calendarizzazione per la decisione dei capigruppo, la cui dittatura ormai sovrasta la volontà stessa del Parlamento. Mancano pochi mesi alla fine della legislatura, è un progetto di legge che potrebbe essere facilmente approvato, e io credo che anche in questo caso occorrerà ricorrere alle armi della non violenza, ma non perché noi vogliamo che sia approvata quella legge che fa scendere da 3 anni a un anno il periodo di separazione, ma per semplicemente chiedere che questo Parlamento si assuma la responsabilità di dire un sì o un no. Questo è quello che chiediamo. E’ chiaro che mette in difficoltà, non solo il Pdl, mette in difficoltà il Pd che nicchia su questa riforma, perché nella conferenza dei capigruppo ci sono anche loro. E allora noi chiediamo semplicemente che questo Parlamento decida, con un sì o con un no. Si può fare in brevissimo tempo, andate a vedere cosa c’è scritto negli ordini del giorno delle cose assurde che abbiamo discusso, inutili, in Parlamento. E questa, che è una proposta che riguarda centinaia di migliaia di italiani, invece viene tenuta da una parte. Quindi questa è una cosa che propongo anche evidentemente all’Associazione Luca Coscioni.

L’ultima cosa, perché so che c’è poco tempo, la disobbedienza civile sulla cannabis terapeutica. So che sono state espresse determinate opinioni dal punto di vista scientifico e d’altra parte sulla cannabis terapeutica si possono contrapporre almeno 17 mila studi che dicono quali sono le proprietà terapeutiche di questa pianta. Ma io mi voglio attenere alla legge. La legge italiana, in teoria, ma è scritto anzi, dovrebbe essere in pratica, consente l’accesso alla cannabis terapeutica. Il problema è che in realtà è un accesso sulla carta. Voi sapete che ci sono regioni che hanno fatto le leggi, la Toscana, la Liguria, la cui legge è stata poi impugnata dal governo, il Veneto, recentemente con l’unanimità di tutte le forze politiche. E allora non si capisce perché alcuni cittadini, come Andrea Trisciuoglio, che è riuscito a parlare al cuore della politica, in questo caso alla politica donna, Rita Bernardini, perché ha detto: “qui dobbiamo fare qualcosa!”, perché lui il farmaco, insieme a Lucia Spiri, con continue vessazioni, è riuscito ad ottenerlo, si chiama il “Bedrocan”, ma ci sono moltissime altre persone malate di glaucoma, malate di sclerosi multipla, in trattamento chemioterapico in caso di tumore, i malati di aids, che potrebbero trarre beneficio da questo farmaco e che non riescono ad accedervi.

Abbiamo una mozione, non l’abbiamo ancora depositata perché voglio ancora vedere quante altre firme riusciamo a raccogliere, hanno firmato da tutti gli schieramenti politici già, ma voglio vedere ancora quante altre firme si possono aggiungere, per una semplice cosa: centralmente lo Stato deve regolamentare l’accesso a questo farmaco e dare questa possibilità Concreta a tutti i malati, non ci possono essere malati di “serie A” in una regione o in una a.s.l. e malati di “serie Z”, in un’altra regione e in un’altra a.s.l.. Quindi è questo quello che chiediamo al Governo in una mozione che lo impegna e lo stiamo facendo con il metodo radicale. Ieri ho detto che c’era anche un magistrato di sorveglianza, non solo documento il tutto sul mio sito internet, le piante, dal seme, come sono cresciute dal 18 giugno ad oggi. Ieri a Modena c’era un magistrato di sorveglianza, c’è l’obbligatorietà dell’azione penale perché la coltivazione in Italia è punita con la reclusione da 1 a 6 anni in caso di fatto lieve, la coltivazione per uso personale; mentre la detenzione, quindi comprata la droga dal narcotraffico per uso personale, non ha sanzioni penali, ha solamente sanzioni amministrative. Quindi c’è questo paradosso per cui se io mi rivolgo alla criminalità organizzata e mi beccano ho solamente sanzioni amministrative, mentre se non voglio ricorrervi e mi coltivo la mia piantina a casa, lì rischio la galera, e si va in galera. Giorno dopo giorno c’è questa documentazione. Concludo dicendo che questa è una battaglia che voglio portare avanti, anche perché con Filomena Gallo c’è questo impegno dell’Associazione Luca Coscioni, e denuncerò per omissioni di atti di ufficio, come facciamo sempre noi, chi non mi porterà in galera perché non c’è alcuna immunità: è flagranza di reato e quindi devono comportarsi con me come si comportano con i giovani che sbattono in galera.