Buongiorno,
ho un mio caro amico ammalato di SLA che mi chiede disperatamente un aiuto per potere farla finita con le sofferenze fisiche e psicologiche che da giorni non lo lasciano nemmeno dormire. In appena un anno, la malattia lo ha ridotto in uno stato terribile: è tracheotomizzato e alimentato con Peg; muove solo occhi e bocca e il resto del corpo non ha più alcuna mobilità; è aggredito da continui dolori articolari e, purtroppo, è talmente angosciato che non riesce a dormire più di alcuni minuti. E’ assistito quotidianamente da una esperta “badante” alla quale danno un ottimo ausilio i fratelli e il figlio di lui, ma lui non ha ancora trovato dentro di sé quelle forze per cercare di combattere la sua tragedia e non pensa ad altra soluzione che all’eutanasia. Si rivolge a me e non solo a me, implorandomi di aiutarlo a mettersi in contatto con voi che considera siate i più seri e i più affidabili fra le associazioni di cui lui sia venuto a conoscenza prima di ammalarsi. Finora anche le cure, il supporto “istituzionale” e l’assistenza pubblica hanno funzionato a dovere, ma sulla questione eutanasia ovviamente devono glissare.
Io non so come comportarmi perchè una cosa è l’essere d’accordo e un’altra cosa è impegnarsi in questo tipo di aiuto. Per me lui è più di un fratello, ma non vorrei passare per quello che “lo aiuta a suicidarsi” agli occhi dei parenti stretti. Penso che voi capiate bene i sentimenti che provo. Comunque, sono qui a chiedervi se potete darci un supporto informativo e fattivo per avere la libertà di decidere.
Lettera firmata