Lucia

Mi chiamo Lucia, ho 30 anni e scrivo dalla provincia di Lecce. 
Dodici anni fa mi fu diagnosticata la sclerosi multipla.

Io sono una dei pochi “pazienti fortunati” che in Italia sta assumendo il Bedrocan (infiorescenze essiccate di Marijuana) con miglioramenti evidenti ed eclatanti nell’andatura, nei tremori, nei dolori, negli spasmi muscolari, nella rigidità, nell’appetito, nell’umore e nel miglioramento totale della qualità di vita. 

Sono sempre stata una ragazza attiva, vivace e con la testa sulle spalle, fino a quando non mi è stata diagnosticata questa malattia che ovviamente ha condizionato ogni fase della mia vita dai 18 anni in su. Fino ad oggi ho provato gran parte dei farmaci convenzionali e non che vengono prescritti a coloro che si trovano nella mie condizioni: vari tipi di interferone, antidepressivi, antiepilettici, miorilassanti, immunosoppressori, vitamine, integratori… e chissà quanti altri.

Appena ammalata ho cercato di approfondire le conoscenze sulla mia malattia e mi sono scontrata con una delle realtà più incredibili della storia umana:

una pianta che miracolosamente riesce a migliorare la mia qualità di vita senza danneggiare e senza lasciare effetti collaterali.

Nel 2008 ho fatto un viaggio ad Amsterdam per testare personalmente le migliori varietà consigliate per la Sclerosi Multipla… ed è lì che ho potuto testare su di me gli effetti benefici della cannabis legale. A fine maggio del 2011,dopo anni di richieste e di dolori che non auguro a nessuno,mi è stata prescritta finalmente la prima ricetta per l’erogazione del farmaco: Bedrocan (a base di infiorescenze). 

Prima di arrivare a questo farmaco, però, il protocollo prevede l’utilizzo di vari altri farmaci (miorilassanti etc.) che anziché calmare i dolori e gli spasmi, su di me non hanno fatto altro che aumentare questi sintomi lasciandomi come “regalo” dei tremori che solo con la cannabis riesco più o meno a controllare.

Come ultima spiaggia, visto che non sto bene con nessun farmaco e visto che la regione Puglia ha approvato la cannabis terapeutica, sono stata ricoverata 6 giorni (come da protocollo) per iniziare questa nuova terapia.
Sono arrivata in ospedale che ero costretta a star seduta su una sedia a rotelle ormai, e mi preparavo all’idea di doverla utilizzare per il resto della mia vita. Dopo 2 giorni di ricovero ho cominciato a bere tisane con la marijuana (somministrate in tre orari diversi della giornata). Il terzo giorno sono resuscitata (per richiamare una citazione delle “Sacre Scritture”). Sono infatti riuscita a lasciare la sedia e iniziare piano piano a camminare nuovamente sulle mie gambe (seppur con un aiuto affianco), avendo così la certezza che tale farmaco è l’unico in grado di sollevare oltre all’umore anche il mio fisico. Sono stata dimessa e mandata a casa con 6 confezioni di Bedrocan sufficienti a trascorre solo un mese di vita “normale” per poi ritrovarmi nuovamente senza farmaco in attesa che arrivasse dall’Olanda seguendo l’iter burocratico impervio chetutti noi malati conosciamo, pazienti che attendono per mesi e mesi, in preda ai dolori e a sofferenze inimmaginabili. Un percorso esageratamente impervio, sia per i malati che per i medici.

Le parole di questi ultimi che nel mio caso sono state:”usa il farmaco con parsimonia”…

Come se i miei dolori possano essere controllati con parsimonia!

E’ difficile anche ottenere una prescrizione per dosaggi superiori,poiché molti medici non sono realmente informati sulle delibere in vigore o sul farmaco in se stesso.

E per concludere aggiungo che è triste sentirsi giudicare,essere paragonata ad una tossico-dipendente da “dottori” che temono la galera,doversi confrontare ogni giorno con i loro pregiudizi…

Non è certo colpa mia se ho la sclerosi multipla,

non è colpa mia se l’unico farmaco che mi aiuta a vivere meglio si chiama Marijuana,erba,droga o sostanza stupefacente..

resta l’unica cosa a dare sollievo alle mie sofferenze che non sono misurabili né in grammi (e mi riferisco alla difficoltà di auto-determinarsi un dosaggio in base ai dolori) e né in parole.

Bisogna infatti trovare il modo affinchè ogni persona che ne abbia bisogno possa avere con sè la sua pianta per poter curare i sintomi della propria patologia in modo sano,corretto e in armonia con il mondo…come faceva mio nonno con la sua vite…o con i suoi pomodori…

Un mondo che senza cannabis per me sarebbe un letto in una stanza probabilmente buia e silenziosa..

Ora esco,ho fatto la mia terapia e mi aspetta una serata estiva in compagnia delle onde del mare e la voglia di ricominciare una nuova giornata domani…

Scusate se è poco.

Lucia