“Sul fine vita tutti devono essere uguali, ecco perché il referendum”: Filomena Gallo intervistata da Huffington Post

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Filomena Gallo, Associazione Luca Coscioni: “Bisogna andare oltre la sentenza della Consulta sul caso di Dj Fabo”

Articolo di Federica Fantozzi

“Bisogna andare oltre la sentenza della Consulta sul caso di Dj Fabo per rimuovere le discriminazioni che restano e garantire l’eguaglianza di tutti i cittadini sul fine vita. Un referendum non è una passeggiata e noi ci siamo consultati con giuristi ed esperti”.

Filomena Gallo, avvocato e segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni spiega perché il loro quesito – su cui hanno superato le 500mila firme – punta a modificare il regime penale dell’eutanasia e non quello del suicidio assistito, oggetto invece di una proposta di legge all’esame del Parlamento: “Non ci sono rischi di depenalizzare tutti i casi di omicidio del consenziente, chi ci accusa ha torto”.

Avvocato, il mondo cattolico è in allarme, il Vaticano parla addirittura di “eugenetica”. Perché raccogliere le firme per modificare l’articolo 579 del codice penale sull’eutanasia anziché rimanere nell’ambito del suicidio assistito, come ha fatto la Corte Costituzionale? C’era proprio bisogno di farlo?

È una domanda pertinente. Per rispondere, bisogna partire dalla fotografia dell’ordinamento vigente. Dal 2018 è in vigore la legge sulle Dat, che consente alle persone di decidere di rifiutare o sospendere trattamenti di sostegno vitale, compresa l’alimentazione artificiale.

E, per quanto poco nota, c’è una legge che regola il ricorso a cure palliative e sedazione profonda. In questo contesto si inserisce la sentenza della Corte Costituzionale del novembre 2019 di incostituzionalità di una parte dell’art. 580 c.p., originata dalla disobbedienza civile di Marco Cappato e poi Mina Welby, che in relazione a un caso specifico ha identificato i requisiti che rendono non punibile il suicidio assistito.

La Consulta ha poi attribuito allo Stato, attraverso il servizio sanitario nazionale, la verifica della loro sussistenza, con un percorso importante di tutela dei soggetti deboli o che non vogliono né possono decidere.

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