Scienziati condannati. Accadde solo a Galileo

Corriere della Sera
Dellacasa Erika

 Clini: Grandi rischi, i vertici ritirino le dimissioni

 «Non capisco questa sentenza e perciò voglio leggere bene le motivazioni: ora mi sembra assurda o basata su presupposti sbagliati». Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, a Genova per un convegno della Cgil sulla tutela del territorio, non ha usato mezze parole all’indomani della condanna dei sette scienziati della commissione Grandi rischi a sei anni di reclusione per non aver allertato la popolazione dell’Aquila prima del terremoto. «Se la condanna degli scienziati — ha detto —si riferisce alle capacità di previsione è assurda. Non si possono fare previsioni esatte per legge. Se così fosse avrebbe ragione chi dice che l’unico precedente di una simile condanna è quella contro Galileo Galilei. E avrebbe ragione la comunità internazionale a criticarci». Se invece, ha continuato il ministro, quello che viene imputato ai tecnici è di non aver dato ordini in merito alla sicurezza si commette un errore perché non era loro compito e perché «si attribuirebbe a una valutazione scientifica un valore ordinativo che non ha». La sentenza però, è l’opinione di Clini, va presa «come uno stimolo a migliorare» perché fotografa una situazione di incertezza e mette in luce la necessità di chiarire la catena di comando in caso di emergenze come quella del terremoto. Sono i politici, in ultima analisi, ad avere la responsabilità di decidere cosa fare e dare ordini. Per questi motivi il ministro ha detto di non accettare le dimissioni dell’ex vicecapo della Protezione civile e presidente dell’Ispra Bernardo De Bernardinis. Il Consiglio dei ministri di domani «si riunirà sul tema ed è orientato a chiedere il ritiro delle dimissioni di tutti i componenti della commissione Grandi rischi». Clini si è augurato che «la sentenza d’appello ribalti quella di primo grado». Un’assoluzione quindi per gli scienziati e i tecnici chiamati a monitorare il rischio terremoti e condannati per omicidio colposo plurimo. Il terremoto dell’Aquila costò la vita a 309 persone. «Gli scienziati sono dei consulenti. Chi fa questo lavoro — sono le parole del ministro — deve avere la serenità di poter esprimere dubbi e anche di poter dare margini di incertezza, poi noi politici dobbiamo scegliere come agire». «Purtroppo — ha continuato — in Italia soffriamo un’estensione della supplenza: ci sono magistrati che suppliscono alla politica o scienziati che suppliscono ai politici. Tutti sono supplenti. Bisogna invece che ognuno risponda per le sue responsabilità». Il richiamo di Clini a Galileo Galilei ha sollevato le proteste dell’Associazione nazionale magistrati. «Le critiche alle sentenze — ha detto in tono polemico il presidente Rodolfo Sabelli — devono essere rispettose e espresse in modo corretto e informato sulla base della conoscenza dei fatti». Molto preoccupati e sulla linea di Clini invece i sindaci che attraverso il primo cittadino di Perugia, delegato dell’Anci per la Protezione civile, hanno scritto al premier Monti: «La sentenza dell’Aquila è un punto di non ritorno. Tutti noi amministratori stiamo vivendo un momento di smarrimento». Il problema sono, ancora una volta, le responsabilità che i sindaci sono chiamati ad assumere in caso di emergenza. Questo, scrivono, «in mancanza di un sistema di allerta nazionale» e di un riordino della Protezione civile.