Messico, Corte suprema boccia progetto depenalizzazione aborto

Askanews

La Corte suprema messicana ha bocciato un progetto di legge volto a depenalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza, l’aborto dunque viene ancora considerato un crimine costringendo le donne all’illegalità

Città del Messico – La Corte suprema messicana ha bocciato un progetto di legge volto a depenalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza. Con tre voti contrari e uno a favore, i membri della massima istanza giurisdizionale del Paese hanno respinto l’iniziativa che voleva dichiarare incostituzionale due articoli del codice penale che considerano l’aborto un crimine e che limitano drasticamente le condizioni del ricorso all’interruzione della gravidanza per ragioni mediche.

Durante il dibattito, all’esterno della sede della Corte, si sono svolte manifestazioni opposte di antiabortitsti e di militanti in favore della libertà di scelta delle donne. Dal 2007 l’aborto è consentito nella sola Città del Messico durante i primi tre mesi, ma resta vietato nel resto del Paese ad eccezione dei casi di pericolo per la vita della gestante.

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Il progetto di legge, presentato da un membro della Corte suprema, Arturo Zaldivar, puntava ad allargare il ventaglio delle possibilità di ricorso all’aborto anche ai casi di donne che soffrono altre patologie. Secondo Zaldivar, l’articolo 334 del codice penale messicano costituisce “una vera e propria discriminazione nei confronti della salute delle donne”. Tra il 1999 e il 2013, più di mille donne sono morte in Messico in seguito ad aborti illegali o effettuati in cattive condizioni sanitarie. 

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