Merano, testamento biologico sulla carta d’identità

Affaritaliani

Il comune di Merano si candida a diventare la prima realtà del nord Italia che utilizza la carta d’identità come strumento per raccogliere le espressioni delle ultime volontà. L’amministrazione, su iniziativa del Pd, ha deciso di porre all’attenzione del consiglio comunale il tema della donazione organi e del testamento biologico.

 

Sulla scia di quanto già messo in atto dai comuni di Perugia e di Terni, al momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità, verrà richiesto al cittadino se vuole anche dichiarare le proprie volontà. In seguito, il documento viene dotato di un contrassegno virtuale che permette a chiunque ne entri in possesso di conoscere le volontà del titolare. Il contrassegno potrebbe essere d’aiuto in caso di donazione degli organi:l’anagrafe, infatti, trasmetterebbe in tempo reale i dati del cittadino al Centro nazionale trapianti.

L’utilizzo della carta d’identità come strumento per raccogliere le espressioni di volontà dei cittadini è previsto dal decreto Milleproroghe del 2010. Oggi l’unica alternativa per lasciare le proprie volontà è di depositarle presso l’Azienda sanitaria oppure di scriverle su un foglio di carta da tenere in borsa o nel portafoglio. In mancanza di questi due attestati è la famiglia a decidere. Con questa proposta il Pd chiede al

consiglio comunale di valutare la possibilità di adottare in tempi brevi anche a Merano il modello pilota dell’Umbria.

Ad oggi un cittadino umbro su tre ha deciso di utilizzare lo strumento della carta d’identità per esprimersi in materia di donazione organi. La proposta è sostenuta sia da Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti sia dai vertici locali dell’associazione Aido. I tempi per ricevere un organo oggi sono straordinariamente lunghi. Oltre ottomila italiani aspettano un rene, il fegato, il cuore o un polmone.