Il Comune di Genova ha esposto reclamo al decreto di primo grado del 12 u.s. con cui il Tribunale di Genova ha ordinato la registrazione di entrambe le mamme nell’atto di nascita di una bambina genovese, figlia di due donne lesbiche.
La decisione del Tribunale si basa su quanto prevede la legge 40/2004 all’art.8, per cui sono riconosciuti genitori del bambino nato attraverso tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) la coppia firmataria del consenso informato. Questa norma in Italia si applica per le coppie eterosessuali anche non coniugate, e non c’è ragione per cui siano escluse quelle omosessuali, come riaffermato dai giudici di Genova e, prima di loro, dai giudici di altre città, tra cui segnaliamo le sentenze di Pistoia e Bologna dello scorso luglio.
Negare il riconoscimento di una delle due donne come genitrice non cambierà nulla della realtà se non nel rendere più difficile la vita della bambina. Una madre non sarà riconosciuta dalla scuola, dal medico, in ospedale, in viaggio fuori dai confini; e cosa succederebbe in caso di separazione? E in caso di morte dell’unica genitrice al momento riconosciuta?
Così facendo il Sindaco Bucci non difende alcun minore, mentre viola nei fatti l’identità personale di una bambina che sarebbe così privata del suo nucleo familiare di riferimento.
La scelta del Sindaco è meramente ideologica e rientra nel solco di decisioni nazionali mirate a negare il valore delle differenze. Una politica che sceglie lo stigma, la colpevolizzazione e incita all’odio dell’altro.
Di fronte a queste politiche, rispetto al quale il Comune genovese si allinea, non possiamo fare altro che reagire per difendere la laicità e la libertà individuale di tutti i cittadini e le cittadine.
Il 27 novembre, dalle 14.00, la Cellula Coscioni di Genova parteciperà al presidio davanti il Comune. Una analoga manifestazione si terrà sabato primo dicembre alle ore 15:00 in Piazza Meridiana.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.