Relazione del Segretario Filomena Gallo all’apertura del XVII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni

Fotografia di Filomena Gallo

La Corte costituzionale si è riunita in camera di consiglio per esaminare le questioni sollevate dalla Corte d’assise di Milano sull’articolo 580 del Codice penale riguardanti la punibilità dell’aiuto al suicidio di chi sia già determinato a togliersi la vita. 

In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. In attesa di un indispensabile intervento del legislatore, la Corte ha subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del SSN, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente. La Corte sottolinea che l’individuazione di queste specifiche condizioni e modalità procedimentali, desunte da norme già presenti nell’ordinamento, si è resa necessaria per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili, come già sottolineato nell’ordinanza 207 del 2018. Rispetto alle condotte già realizzate, il giudice valuterà la sussistenza di condizioni sostanzialmente equivalenti a quelle indicate. 

Roma, 25 settembre 2019

QUI Il testo integrale del Comunicato stampa

Questo era il comunicato stampa diffuso, esattamente un anno fa, dall’Ufficio stampa della Corte Costituzionale ed è con questo comunicato, a distanza di un anno, che voglio darvi il benvenuto al XVII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni, che il prossimo 25 novembre compirà 18 anni dall’atto costitutivo che dava vita ad una realtà voluta da Luca Coscioni e Marco Pannella.

L’Associazione Luca Coscioni fin dal 2002 è un soggetto che agisce per le libertà, partendo dalla libertà di conoscenza, trattando tutte le libertà fondamentali fino al Diritto alla scienza, agendo presso le giurisdizioni nazionali e internazionali, percorrendo la strada dei diritti da affermare, da far riconoscere nelle leggi, nelle carte fondamentali, difendendo diritti e scrivendo diritto.

Dopo quel comunicato di un anno fa il 22 novembre dello scorso anno, a seguito di pubblicazione abbiamo potuto leggere le motivazioni di una sentenza storica, frutto anche del coraggio di persone come Piergiorgio Welby, Beppino per Eluana Englaro, Giovanni Nuvoli e tanti altri fino a Walter Piluddu e Fabiano Antoniani e poi Davide Trentini. Persone che volevano porre fine alle proprie sofferenze e che avevano una volontà certa: voler affermare le proprie scelte, un esercizio di libertà personale.

Grazie a Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli che hanno dichiarato che avrebbero aiutato persone in determinate condizioni di salute con disobbedienza civile per garantire libertà rilevanti, fino all’emanazione di una legge in Italia.

Con la disobbedienza civile di Marco Cappato, per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani siamo arrivati alle motivazioni della sentenza il 22 novembre 2019 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 580 del codice penale, nella parte in cui non esclude la punibilità di chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente.b Una sentenza storica che di fatto mette al centro della discussione le scelte della persona, la libertà.

L’argomento del quale qui si discute è, a tutti gli effetti, una guerra contro il tempo. Non solo perché i progressi tecnologico-scientifici sono in grado di presentare scenari che un tempo erano non immaginabili, cura di malattie un tempo incurabili, assistenza, le nostre vite salvate, tutte conquiste che difendiamo, ma si sente il bisogno di garantire «che l’eventuale sopravvivere in determinate condizioni non deve precludere la possibilità di scelta che è un altro aspetto tutelato dei nostri diritti».

«Il pieno sviluppo della persona umana» inteso quale «diritto inviolabile dell’uomo» congiuntamente alla «pari dignità sociale» attribuita ad ogni individuo, «impongono il massimo rispetto della persona anche nell’attraversamento del confine tra la vita e la morte».

Voglio sottolineare che il secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione sancisce che «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli» e che, non garantendo il diritto a morire nel modo che si ritiene più simile al proprio concetto di dignità, «impediscono il pieno sviluppo della persona umana» e la «pari dignità sociale».  L’affermazione solennemente sancita dall’articolo 3, primo comma della Costituzione e cioè la «pari dignità sociale», letta unitamente al suo secondo comma, «impone in capo alla Repubblica il dovere di garantirla»

E nella stessa sentenza che dichiara l’incostituzionalità dell’art. 580 cp è rinnovato l’invito dei giudici costituzionali al Parlamento a colmare il dichiarato vulnus costituzionale, con una legge e dopo un anno ancora il Parlamento non ha legiferato.

I giudici della Corte Costituzionale con la sentenza innovativa emanata, hanno di fatto previsto una forma di disciplina minima dell’accesso al suicidio medicalmente assistito… superando questa volta le criticità dovute all’ostacolo della discrezionalità legislativa.

«Il diritto non può negarsi al mondo», ed è proprio il principio di dignità che consente di «seguirne i movimenti, di entrare nelle pieghe del mutamento, di esserne misura senza lasciarsene sopraffare”. Così scriveva Stefano Rodotà nel 2013 e come lui, molti altri costituzionalisti hanno ricordato lo stesso principio nel commentare questa storica decisione.

E dopo la decisione della Corte Costituzionale dello scorso anno, l’8 settembre 2020 sono state depositate le motivazioni della sentenza dalla Corte di Assise di Massa che assolve Marco Cappato e Mina Welby “dal reato a loro ascritto (istigazione e aiuto al suicidio di Davide Trentini per l’aiuto fornito nel 2017 quando non c’erano la legge sulle dat, e la sentenza costituzionale, ndr) perché il fatto non sussiste quanto alla condotta di rafforzamento del proposito di suicidio e perché il fatto non costituisce reato quanto alla condotta di agevolazione dell’esecuzione del suicidio”.

La Corte evidenzia che il requisito dei “trattamenti di sostegno vitale”, indicato dai Giudici della Corte Costituzionale con la sentenza 242/19, ha una portata ampia, non significa necessariamente ed esclusivamente dipendenza “da una macchina” “(cfr. p. 30).

La Corte, assume, fa proprio, ciò che la scienza, la cura consente, dopo aver raccolto tutte le informazioni documentali e di testimonianza sullo stato di salute cura di Davide Trentini e aver ascoltato il dottor Mario Riccio, che da CTU con valore di teste, ha fatto una fotografia di Davide Trentini, evidenziando le cure e l’assistenza che lo mantenevano in vita e cosa, invece, sarebbe accaduto senza.

La Corte di Assise di Massa ha chiarito che il riferimento è da intendersi a qualsiasi tipo di trattamento sanitario, sia esso realizzato con terapie farmaceutiche o con l’assistenza di personale medico o paramedico o con l’ausilio di macchinari medici. “Il trattamento di sostegno vitale è, e ‘deve intendersi, qualsiasi trattamento sanitario interrompendo il quale si verificherebbe la morte del malato anche in maniera non rapida (Cf pag. 31 sentenza)”.

Questa era infatti la situazione di Davide Trentini, sottoposto a una serie di trattamenti sanitari la cui interruzione avrebbe certamente portato al decesso, ma non nell’immediato. Marco Cappato e Mina Welby sono stati dunque assolti perchè “sussistono tutti i requisiti della scriminante configurata dalla sentenza 242 del 2019” incluso il requisito della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale.

Oggi un congresso online ci priva del contatto di presenza con voi tutti che siete in collegamento, ma in questi tempi dove una pandemia ancora in corso ci ha costretti a forme diverse di incontro e dove abbiamo cercato di essere più vicini pur essendo lontani sperimentando altre modalità anche più frequenti di approfondimento e confronto, voglio evidenziare che anche questa volta abbiamo fatto vivere libertà…diritti! Le persone, coloro che sono venute a conoscenza di questa sentenza, perché poi c’è anche un problema di informazione, oggi chiedono la verifica delle condizioni lì stabilite per poter legalmente accedere ad un farmaco letale in Italia.

Direttamente stiamo seguendo due casi di persone malate di una patologia irreversibile, fonte di sofferenze, dipendenti da trattamenti di sostegno vitale capaci di autodeterminarsi che hanno chiesto che siano verificate le loro condizioni di procedibilità come da sentenza della Corte Costituzionale. Nel primo caso il SSN sta procedendo esattamente come previsto dalla Corte. Nell’altro, invece, il diniego è arrivato senza che nessuno dei passaggi di verifica sia stato effettuato, in violazione di una sentenza che ha effetto di legge. Dovremo, quindi, procedere legalmente per chiederne l’applicazione.

Una legge è importante perché la norma deve prevedere la legalizzazione di tutte le scelte di fine vita, anche per chi non ha nessuno dei trattamenti di sostegno vitale, per chi non vuole arrivare a doverli averi sapendo che la fine è vicina. Significa rispetto del principio di uguaglianza art. 3 della Costituzione. I giudici intanto continuano a prendere decisioni in materia anche in Europa: dalla vicina Germania la Corte Costituzionale afferma la piena libertà di scelta anche in assenza di patologie irreversibili.

Proprio come è avvenuto con il lavoro per abrogare parti della Legge 40, che ha portato con successo alla cancellazioni di divieti lesivi del diritto alla salute, alla scelta e al principio di uguaglianza. Un lavoro su cui ancora siamo impegnati per rimuovere gli ultimi divieti per l’accesso delle persone singole e dello stesso sesso, per la gestazione per altri, e per sì che tutti i risultati conseguiti siano poi di fatto applicati.

Come è avvenuto, anche, con gli interventi per garantire il diritto di vedere rispettato le unioni tra le persone, il diritto all’assistenza alla cura, il diritto alla non discriminazione e pensiamo a tutte le azioni portate avanti per le persone disabili, fino ad arrivare al diritto alla libertà di scelta con disposizioni anticipate di volontà.
Anche in questo caso, per le scelte di fine vita, forti di risultati raggiunti, oggi lavoriamo perché tutte queste libertà riconosciute vivano.

Un pezzo di storia dei diritti civili nel nostro Paese ha il volto di molti noi, in affermazione del fatto che dalle persone si arriva al cuore della politica, un modo diverso di fare politica, scrivendo diritto che afferma i nostri diritti fondamentali che non potranno mai essere cancellati.

E oggi all’indomani di un referendum che ha ridotto il numero dei parlamentari riducendo rappresentanza, con un legislatore che sui temi dei diritti civili aspetta che siano i giudici ad affermare tutele, il nostro lavoro guarda al futuro con nuove azioni che hanno l’obiettivo di affermare la laicità della nostra repubblica democratica per la libertà di scelta dei suoi cittadini, qualsiasi religione seguano.

L’applicazione del diritto umano alla scienza, per il quale ci battiamo in sede ONU, può determinare la disponibilità nel mondo del vaccino per il coronavirus, sul quale si concentrano le volontà di dominio delle grandi potenze. Nella vita quotidiana di ciascuno di noi, il “Diritto a godere dei benefici del progresso scientifico e delle sue applicazioni”, come prevede la Convenzione Onu sui diritti economici, sociali e culturali, significa avere diritto a morire senza soffrire, a interrompere una gravidanza senza ostacoli ideologici, a consumare sostanze sulla base di scelte libere e responsabili, ad avvalersi delle migliori tecniche per procreare, per curarsi, per difendere l’ecosistema, per migliorare la salute, la produzione, le coltivazioni e tante altre attività. ù

Nel mondo scosso dalla pandemia vogliamo fare altri passi avanti anche sul dialogo tra scienza e democrazia, per ottenere politiche basate sulle evidenze e non su opportunismi di parte. Abbiamo invitato con noi a Congresso Ministri e Parlamentari, di qualunque partito e schieramento siano, perché riteniamo di avere qualcosa di importante da offrire loro: idee, proposte concrete, soluzioni legislative e di Governo elaborate in anni di iniziative.
Sta a loro decidere se farne tesoro dall’interno delle istituzioni. Noi comunque ne faremo tesoro con la mobilitazione civica e nelle aule di tribunale.

Questa mattina ho letto una intervista al premio nobel peruviano Mario Vargas Llosa, che sintetizza e ribadisce come il concetto di libertà sia oggi ancora da difendere, voglio condividere dei passaggi con voi. Llosa sottolinea che “La libertà o è integrale o non funziona, o la si può esercitare simultaneamente sempre in tutti i campi o non esiste. Senza stato di diritto è impossibile avere una economia di mercato e, quando le istituzioni fondamentali dell’economia di mercato vengono meno, non può esserci stato di diritto. La libertà e una sola…e chi sogna il paradiso in terra vuole il potere assoluto…“e aggiungo che di fatto determini l’annullamento di tutte le libertà.

La mia relazione di oggi si conclude dandovi appuntamento alle sessioni delle varie commissioni tematiche che ci condurranno alle giornate conclusive del congresso il 10 e 11 ottobre, troverete il programma online sul sito dell’Associazione Luca Coscioni. Sessioni in cui anche avremo approfondimenti importanti tematici, anche un lavoro che con il professor Marcello Crivellini e il dottor Fabrizio Starace e molti altri, affronteremo per la riforma del ssn alla luce di fragilità e esigenze diverse nel nostro paese anche (e non solo) in tempi di pandemia.

Ma prima di lasciarvi ringrazio Radio Radicale, che diffonde i nostri lavori, chi lavora in questi giorni per l’associazione per garantire la tenuta del congresso, tutti coloro che ci seguono via Facebook, YouTube e collegamento diretto.

Grazie anche a Maurizio Bolognetti, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni, che ha intrapreso una iniziativa nonviolenta di sciopero della fame, che dalle 23.59 di mercoledì 23 settembre è diventata digiuno, con appello al Ministero della salute e alla Regione Basilicata affinché, come da noi richiesto insieme a centinaia di persone che ne hanno sostenuto l’iniziativa e sottoscritto una lettera appello al Ministro, si procedesse senza ulteriori attese per mettere fine alla violazione di diritti umani fondamentali delle persone con disabilità che hanno necessità di ausili appropriati alle loro esigenze di salute. A Maurizio un grazie ma anche una richiesta di interrompere l’iniziativa nonviolenta in corso per continuare con altre modalità che non mettano in pericolo la sua salute già provata. Anche alla luce dell’azione legale che abbiamo notificato da pochi giorni al ministero della Salute affinché applichi norme che già sono scritte e approvate.

Grazie a Francesco Scinetti, che ogni giorno anche lui con una azione nonviolenta dinanzi al Parlamento chiede con noi e tante persone in tutta Italia che firmano ancora per la proposta di legge “Eutanasia legale” che sia discussa per la legalizzazione di tutte le scelte di fine vita.

Ringrazio chi si iscrive ogni giorno all’Associazione Luca Coscioni, chi ci sostiene ogni giorno in tutti i modi facendo vivere ogni singola attività con noi in tante parti d’Italia e fuori, chi ha scelto di lavorare con noi, sapendo che il nostro lavoro riguarda libertà di tutti per essere liberi fino alla fine.

Grazie, auguro buon XVII Congresso