Referendum 8 e 9 giugno: invitiamo ad andare a votare per difendere un diritto boicottato da 77 anni

no eutanasia corte costituzionale

Dichiarazione di Filomena Gallo e Marco Cappato

I partiti italiani impiegarono un quarto di secolo prima di approvare la legge istitutiva del referendum, introdotto dalla Costituzione. Una volta approvata (per consentire il referendum abrogativo del divorzio) i partiti di ogni schieramento politico – con l’eccezione del Partito Radicale – hanno usato in ogni modo il proprio potere per boicottare l’effettivo esercizio del diritto al referendum: ostacolando la raccolta firme; approvando leggine per vanificare i quesiti; influendo sulla giurisprudenza anti-referendaria della Corte costituzionale e “tradendo” gli esiti referendari. Ma l’arma eversiva più micidiale utilizzata per svuotare l’istituto referendario è stata la negazione del diritto politico dei cittadini ad essere informati sui referendum, in particolare con l’obiettivo di fare fallire il quorum del 50% più uno degli aventi diritto, sfruttando il sempre crescente astensionismo fisiologico da loro stessi prodotto.

Le lotte dell’Associazione Luca Coscioni sono state in due occasioni ostacolate dal boicottaggio antireferendario: con la campagna astensionistica guidata dalla Conferenza episcopale italiana contro i referendum sulla legge 40 in materia di ricerca scientifica e procreazione medicalmente assistita nel 2005 (dopo che la Corte aveva impedito il quesito di abrogazione complessiva, più semplice e chiaro, voluto da Luca Coscioni e Marco Pannella), e con la bocciatura da parte della Corte costituzionale dei referendum “Eutanasia legale” e “Cannabis legale” nel 2022.

Consapevoli dell’importanza dei referendum, oggi ancora di più che in passato vista la disaffezione nei confronti di quel che resta della democrazia rappresentativa, l’8 e 9 giugno andremo a votare sui referendum in materia di lavoro e cittadinanza e invitiamo le persone a difendere l’istituto referendario esercitando il proprio diritto di voto.