La ministra Marta Cartabia non blocchi la storica riforma sulla firma digitale

ministra Marta Cartabia, Presidente della Corte costituzionale

In 25 stanno svolgendo uno sciopero della fame a sostegno di un emendamento al Decreto Semplificazioni che potrebbe consentire la firma digitale ai referendum. In piena pandemia potrebbe essere uno strumento essenziale.

Cappato e Mineo sottolineano: “L’Onu ha chiesto all’Italia di rimuovere gli ostacoli alla partecipazione diretta, e quindi alla raccolta delle firme. Il Governo garantisca la firma online e mantenga gli impegni presi, anche perché il ritorno dei contagi è in atto”.

Alla vigilia del voto in Commissione Affari costituzionali di un emendamento a prima firma Magi e sottoscritto da tutti i gruppi di maggioranza presentato al decreto semplificazioni, 25 militanti referendari sono in sciopero della fame per chiedere al Governo, nella persona della Ministra Cartabia di non bloccare l’emendamento che introduce da subito la possibilità di firma digitale per referendum già prevista a partire dal 2022.

Il blocco del Ministero della Giustizia si scontra anche con la soluzione normativa elaborata dal Ministro Colao andando contro gli impegni presi con l’ONU per rimuovere gli “irragionevoli ostacoli” per il pieno rispetto degli obblighi internazionali e della legalità Costituzionale della Repubblica italiana.

“Non solo si va contro quanto detto delle Nazioni unite” ha detto Marco Cappato, promotore del referendum Eutanasia Legale “ma nel momento in cui i contagi da Covid crescono, la scelta della Ministra Cartabia di impedire di firmare anche in rete i referendum è incomprensibile. Non soltanto la firma digitale evita assembramenti ma consente ai 5 milioni di italiane e italiani residenti all’estero di esercitare i loro diritti politici senza doversi recare in Consolato (spesso in una città diversa dalla quella di residenza, e aperti solo in orari limitati) o rientrare in Italia”

“Sono al terzo giorno di sciopero della fame per chiedere al Ministro Cartabia di togliere il veto all’emendamento che permetterebbe di firmare i referendum per via digitale” aggiunge Lorenzo Mineo, coordinatore della campagna Democrazia Negata, nata a sostegno dei diritti politici dei cittadini “ L’Italia ha un obbligo internazionale e costituzionale di rimuovere gli ostacoli alla raccolta delle firme: una legge del 1970 prevede ancora moduli timbrati, certificazioni vessatorie e la presenza discriminatoria di autenticatori, molto spesso consiglieri comunali, regionali o parlamentari a disposizione soltanto di grandi partiti e sindacati. Nel 2019 il comitato Diritti Umani dell’ONU ha chiesto all’Italia di intervenire a seguito del caso Staderini-De Lucia contro Italia e, grazie all’iniziativa giuridico-politica di Staderini e Marco Gentili, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, si è arrivati a significative conquiste in termini di certezza del diritto. Il Ministro Colao” conclude Mineo” “mantenga gli impegni presi pubblicamente coi promotori del referendum in interviste e renda la piattaforma per le firme digitali sui referendum disponibile per tutti i cittadini”.

A sostegno del pieno rispetto della Costituzione e della legalità internazionale della Repubblica italiana, oltre 25 persone hanno aderito a uno sciopero della fame per chiedere alla Ministra Cartabia per rimuovere il veto sul provvedimento.

Tra questi Flavia Pansieri, ex vice alto Commissario Onu per i diritti umani, Virginia Fiume, coordinatrice del movimento paneuropeo di iniziativa popolare Eumans, Marco Perduca, già Senatore e dirigente dell’Associazione Luca Coscioni, Mario Staderini, giurista e attivista di Democrazia Radicale, Giulia Crivellini, Tesoriera di Radicali Italiani e Samuele Degradi, consigliere comunale di Carpiano.