“Che i cittadini italiani siano più aperti di un Parlamento ormai marginale non è una novità”

Marco Cappato commenta i risultati dell’indagine Eurispes 2020 sui temi etici

L’indagine dell’Eurispes 2020 sui temi etici che raccoglie le opinioni degli italiani su ‘temi etici’ conferma un crescente favore alla regolamentazione legale di scelte che fino a qualche anno fa erano viste con favore solo da parte minore della popolazione.

Che i cittadini italiani siano più aperti del ceto politico sui temi delle libertà civili non è una novità – dichiara Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni-. Ciò che accade su eutanasia e fine vita ad esempio dovrebbe però destare particolare allarme per la condizione di marginalità nella quale versa il Parlamento italiano e per la gravità della crisi che il Paese sta attraversando.

È infatti ormai diffusa una sorta di rassegnazione all’idea che la ripresa economica debba dipendere solo dalla distribuzione di risorse a questa o quella categoria, mentre ogni tentativo di creare maggiori spazi di libertà individuale è cancellato dal dibattito pubblico senza alcuna reazione del Parlamento.

Che Salvini, Meloni e i clericali superstiti siano contrari all’esame della nostra legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale non mi sorprende né preoccupa.

È grave invece che nessun altro gruppo parlamentare -dunque nemmeno quelli espressione del PD di Nicola Zingaretti e del Movimento 5 Stelle di Grillo e Crimi- abbia fatto la cosa più semplice: esigere la calendarizzazione della legge a 7 anni dal deposito, anche in risposta a ben due sollecitazioni da parte della Corte costituzionale nell’ambito del processo contro di me per la morte di Fabiano Antoniani.

Tra i temi etici sempre più popolari in Italia anche la Cannabis con maggioranze schiaccianti tra i giovani. “L’elemento ‘politicamente’ rilevante è mettere in relazione la qualità del dibattito pubblico e istituzionale con le variazioni delle opinioni- Così Marco Perduca che per l’Associazione Luca Coscioni coordina Legalizziamo – La presenza di ministri degli interni particolarmente severi, come Minniti e Salvini, ha contribuito ad avvelenare il dibattito sugli stupefacenti in generale, con attacchi mirati alla cannabis, anche da parte dell’ex Ministro Fontana deputato al “controllo delle droghe” che hanno influito negativamente sulla percezione del tema.

Alla luce di ciò, i dati sono quindi tutto sommato incoraggianti e dimostrano che se le istituzioni affrontano seriamente le questioni nel merito – nel 2016, anno del primo significativo aumento del favore alla legalizzazione, per la prima volta nella storia delle Repubblica, il dibattito sulla cannabis arrivò in plenaria alla Camera dei Deputati – l’opinione pubblica può farsi un idea basata una gamma di argomenti diversificati e non solo al “basta dire NO” tipico del proibizionismo”.