Firma digitale, ecco la lettera che Marco Gentili ha spedito alla Ministra Marta Cartabia

Gentili Cartabia

Roma 9 luglio 2020

Gentile Ministra Cartabia,
Ho appreso dagli onorevoli Magi e Noja, primi firmatari di un emendamento al decreto semplificazioni che consentirebbe da subito, anziché dal 1 gennaio 2022 come già previsto dalla legge bilancio 2020, la sottoscrizione online di proposte di legge d’iniziativa popolare e referendum, che il Suo Ministero avrebbe proposto una riformulazione del testo che stravolgerebbe la proposta riportando la Repubblica italiana a imporre ostacoli irragionevoli al pieno godimento dei diritti civili e politici nel nostro Paese.

Quanto denunciato due anni fa dalle Nazioni Unite nel richiamo al Governo al pieno rispetto dei propri obblighi internazionali disattesi proprio in occasione di una campagna referendaria del 2013 non riguarda solo le persone con disabilità, Riguarda tutti. E riguarda tutti specie in un Paese la cui età media è tra le più alte al mondo e ancor di più un paese in una fase storica dove si prevedere l’acuirsi dei contagi del virus in virtù di nuove varianti.

Le procedure di raccolta firme per referendum e iniziative popolari, previste da una legge del 1970 – quando internet non esisteva neanche come parola! -, sono state giudicate dall’ONU contrarie al diritto a partecipare alla vita pubblica a causa di “irragionevoli restrizioni” che ostacolano l’azione dei Comitati promotori.

Le firme referendarie infatti devono essere autenticate e successivamente certificate da pubblici ufficiali o funzionari con modalità che non includono le possibilità tecnologiche già riconosciute dal nostro ordinamento in ambito digitale né quanto previsto dalla Commissione europea relativamente alla sottoscrizione online delle iniziative dei cittadini europei.

Le regole di distanziamento, il limitato accesso a uffici comunali per il periodo estivo e l’accesso ristretto a spazi pubblici, oltre ai timori legati a nuove ondate di contagi aggravano ulteriormente il quadro in cui ci troviamo ad agire di questi tempi.

Grazie a un ricorso depositato da Mario Staderini e Michele De Lucia, curato dal Professore Cesare Romano, a fine 2019 il Comitato ONU sui diritti civili e politici ha chiesto all’Italia di rimuovere gli ostacoli che impediscono la raccolta firme e di garantire informazione in occasione di iniziative svolte nel pieno rispetto della Costituzione.

Nel dicembre 2020 sono state adottate le prime misure di riparazione di quanto denunciato dalle Nazioni unite, prevedendo la possibilità di firmare referendum e leggi popolare con modalità digitali, e il Ministro Colao ha immediatamente avviato tutte le procedure necessarie per dar seguito a tali decisioni andando incontro alle necessità della raccolta firme in corso.

In attesa dell’entrata in funzione della piattaforma governativa che il Ministro Colao sta già realizzando, di concerto con lui e i suoi uffici che da subito hanno manifestato interesse e disponibilità ad accelerare la “transizione digitale” anche in questo ambito, sono state formulate le disposizioni che specificano le caratteristiche della piattaforma governativa e prevedono la validità da subito delle firme digitali raccolte dai Comitati promotori attraverso i servizi forniti da enti certificati e abilitati da Agid.

Quella soluzione, tanto semplice quanto efficace e in linea con il progresso tecnologico già riconosciuto rispondente ai requisiti di legge, è stata presentata in forma di emendamento dagli onorevoli Magi, Radicali/Più Europa e Noja, Iv e sottoscritto inoltre dai capigruppo di Lega e M5s in Commissione Affari costituzionali, Igor Iezzi e Vittoria Baldino, Nicola Fratoianni (Si), Massimo Ungaro di Iv, Giuditta Pini, Francesca La Mara e Angela Schirò, PD e Giuseppina Versace di Fi. Un emendamento che darebbe seguito fattivo ai rilievi delle Nazioni Unite.
La riformulazione che il Suo Ministero sta chiedendo, a fronte invece del parere favorevole del Ministero per la transizione digitale e il via libera del Ministero dell’interno cancellerebbe tutto ciò.

Gentile Ministra, sono una persona affetta da SLA dalla nascita, impossibilitato a muovermi in autonomia e a parlare con la mia voce, ma non per questo ho smesso di partecipare alla vita democratica del Paese come studente, consigliere comunale nella mia Tarquinia, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni e promotore del referendum per l’eutanasia legale.

Le scrivo non perché non posso firmare personalmente quello che promuovo né a nome di migliaia di persone che hanno problemi simili o dei milioni di anziani, disabili o cittadine e cittadini che preferiscono restare a casa in tempi di emergenza sanitaria. Scrivo in quanto cittadino italiano i cui diritti di cittadinanza attiva sono fortemente limitati dalla Sua riformulazione dell’emendamento Magi e Noja.

Sarebbe grave se il Governo dovesse ostacolare il pieno godimento di quanto previsto dalla nostra Costituzione all’articolo 75 (e non solo) ritenendo attuali norme di 50 anni fa. Leggi dichiarate contrarie al diritto internazionale, che vietano quanto consentito dal progresso tecno-scientifico e le sue applicazioni.

Insieme ai nostri giuristi restiamo a disposizione per ogni ulteriore necessario approfondimento di una questione che, mi preme sottolinearlo un’ultima volta, è pienamente politica e non tecnica e che rischia di boicottare la raccolta di firme in atto per chi non dispone di migliaia di autenticatori di partito.

Cordialmente,
Marco Gentili
Co-Presidente, Associazione Luca Coscioni
Comitato Promotore Referendum Eutanasia Legale

 

Da venerdì 16 luglio è in corso uno sciopero della fame per chiedere alla Ministra Cartabia di non boicottare le firma digitale. Qui le informazioni per partecipare

 

 

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