DL Semplificazione, la firma digitale per i Referendum è bloccata dal Ministero della Giustizia

Venerdì alle 11:30 è prevista in via Arenula la consegna di una lettera appello alla Ministra Cartabia

Nonostante un testo concordato tra il gabinetto di Colao e i promotori del referendum eutanasia legale, fonti parlamentari hanno informato l’Associazione Luca Coscioni che l’emendamento al decreto semplificazioni che avrebbe consentito fin da subito la firma digitale per i referendum (tramite SPID o altra modalità) ha ricevuto parere contrario dal Ministero di Giustizia.

La riformulazione proposta stravolge gli obiettivi di quanto sostenuto anche dal Ministro Colao relativamente alla transizione digitale della democrazia negando la possibilità di pieno godimenti dei diritti civili politici che erano stati al centro di una serie di un richiamo formale da parte dell’ONU nel caso Staderini-De Lucia VS Italia – obiettivi contenuti in una lettera appello di Marco Gentili, co-presidente dell’associazione luca coscioni, sottoscritta da oltre 2600 cittadini.

“Domani alle 11.30 consegneremo una lettera alla Ministra Cartabia” ha annunciato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni tra i promotori del referendum sull’eutanasia legale “perché se confermata, la sua sarebbe una scelta grave che in piena pandemia diventa scellerata. La Ministro ha poche ore per rimediare. Quanto al Ministro Colao auspichiamo che mantenga gli impegni per consentire anche attraverso modalità digitali l’esercizio dei diritti di iniziativa popolare previsti della Costituzione già da questo luglio.”.

“Preme sottolineare come tale soluzione tradirebbe anzitutto ogni proposito di transizione digitale della democrazia – aggiunge Marco Gentili -.

“Proprio nel momento in cui la firma con spid o altre modalità digitali è utilizzata per i più comuni adempimenti burocratici e l’Italia investe miliardi nella digitalizzazione del paese con il PNRR, la democrazia, che tra tutte le attività umane meriterebbe di conservare un primato, resterebbe tagliata fuori da questa storica riforma, costringendo la gran parte dei cittadini ad accedere agli strumenti di partecipazione previsti dalla Costituzione attraverso una legge di 51 anni fa che prevede ancora moduli timbrati, autentiche e certificazioni vessatorie: ostacoli irragionevoli che violano il Patto Internazionale Sui Diritti Civili e Politici e dunque la Costruzione, e che da oltre un anno l’Italia ha l’obbligo di rimuovere ai sensi della decisione del Comitato Diritti Umani dell’ONU, frutto della lunga lotta politico-giudiziaria di Mario Staderini”.