Un percorso di guerra. Oggi il Tempo, quotidiano di Roma, ha definito così la mia avventura presso la stazione della Metro A di Arco di Travertino. “Disabile costretto a strisciare”. Titolo un po’ forte, ma insomma rende l’idea. In effetti, sono stato costretto a scivolare dalla mia sedie a rotelle e scendere dalle scale facendo scorrere il sedere a causa di un guasto del montascale che si è bloccato e rotto a metà del tragitto.
Antefatto. Dovevo portare la mia moto a fare il tagliando in una via nei pressi della fermata di Arco di Travertino e ho deciso di prendere la metro chiedendo prima a un dipendente Atac di verificare che funzionassero i servizio i di accesso: il montascale della stazione e l’ascensore a Termini, che ricorderete soli 10 giorni fa era fuori uso costringendo un collega avvocato con disabilità a raccontare la sua disavventura.
Dopo aver aspettato un quarto d’ora l’arrivo di un tecnico Atac che attivasse il montascale – ecco il breve video fatto in quegli istanti – pensavo di aver finito la via crucis che mi aspettava.
E invece era solo la prima tappa. Dopo l’arrivo del tecnico, il montascale è stato attivato, ci sono salito ed è partito. Ma sarebbe stato meglio non funzionasse. Infatti, arrivato a metà del suo percorso con me a bordo, decide di bloccarsi. Non va né avanti, né dietro.
Viene dunque chiamato l’assistente alla manutenzione da Termini. Nell’attesa ero lì a mezz’aria ad attenderlo per un quarto d’ora. Arrivato, però, non riesce a farlo ripartire. A nulla valgono tutti i suoi tentativi. I tecnici Atac si sono gentilmente offerti di prendermi di peso, ma in due non ce l’avrebbero fatta. E comunque non volevo mettere alla prova la loro resistenza. Ecco la vista da sopra il montascale.
Ho visto il tratto che rimaneva da fare (in foto la testimonianza del percorso rimanente) e mi sono tirato fuori dalla carrozzina iniziando a scendere le scale, scivolando col sedere. Una mano sul corrimano, l’altra sulle scale, spingendo. In epoca Covid non è il massimo, ma date le circostanze alla fine sembrava il minimo.
Considerando che avevo vinto nel recente passato una causa contro il Comune di Roma proprio sul funzionamento del montascale nelle stazioni di Arco di Travertino, Furio Camillo, Lepanto e Cipro, con l’amministrazione condannata per discriminazione, il danno oggi sa di beffa.
Con l’Associazione Luca Coscioni, con la quale mi batto per l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità ad avere una vita pienamente indipendente, valuterò come agire nei prossimi giorni, intanto però volevo rendere pubblica questa vicenda che purtroppo non rimane questione isolata.
Alessandro Bardini nasce a Roma il 21 marzo del 1977. Nel 1998, a causa di un incidente motociclistico, che gli ha causato la lesione del midollo spinale vive su di una sedia a rotelle. Successivamente, al trauma resosi conto di come la disabilità fosse affrontata solamente a parole. Ha deciso di ultimare gli studi, Laureandosi in Giurisprudenza e Diritto Canonico. È iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma, città dove vive e svolge prevalentemente la sua attività professionale. Difensore in molte procedure per la dichiarazione di comportamento discriminatorio delle persone con handicap e per il riconoscimento di protesi ed ausili. Impegnato per i dei diritti delle persone con disabilità e per il loro inserimento sociale in ogni campo. Dal 2018 è entrato a far parte dell’Associazione Luca Coscioni