Dal 31 gennaio 2018 è in vigore la legge sul cosiddetto testamento biologico. Ecco il bilancio dell’Associazione Luca Coscioni.
L’ultima relazione al Parlamento sull’applicazione della legge sul biotestamento, aggiornata al 30 aprile 2019 da parte del Ministero della Salute, quindi ormai in ritardo di quattro anni rispetto alle previsioni di legge che prevedono una relazione annuale ogni 30 aprile, ci mostra come in Italia siano state depositate 62.030 Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) nei soli Comuni. La relazione non prende in considerazione le DAT depositate dai notai e quelle depositate presso le autorità consolari. Inoltre non propone dati relativi ai territori di provenienza delle DAT, non permettendoci quindi di capire dove ci sono problematiche. A questo dato, possiamo aggiungerne un altro: al momento sono oltre 100mila i moduli di testamento biologico scaricati dal sito dell’Associazione Luca Coscioni. Non è ancora dato sapere quando saranno disponibili nuovi dati ufficiali da parte del Ministero della Salute..
Secondo un’indagine condotta dall’Associazione Luca Coscioni, a gennaio 2023 risultavano circa 190mila testamenti biologici depositati nei soli Comuni.
A questo link si offre una dashboard che consente di recuperare i dati in tempo reale per Regione, Provincia e Comune.
La legge c’è e funziona
Prima di analizzare le problematiche sulla piena applicazione della legge, è doveroso evidenziare che la legge sul testamento biologico è a tutti gli effetti funzionante. Ai sensi della legge 219/2017:
- chiunque ha il diritto di richiedere l’interruzione delle terapie, ivi comprese quelle salvavita;
- qualsiasi persona maggiorenne e capace di autodeterminarsi può depositare e veder rispettate le proprie disposizioni anticipate di trattamento (DAT);
- nei casi in cui le DAT non siano state depositate ma vi siano stati colloqui con la persona prima che questa si sia trovata in condizioni di non potersi più esprimere, l’amministrazione di sostegno può richiedere l’interruzione delle terapie;
- è stata creata la Banca dati nazionale per la registrazione delle DAT.
Le campagne di informazione
Veniamo invece alle problematiche tuttora aperte oltre al mancato deposito dell’ultima Relazione Annuale al Parlamento.
La prima scadenza prevista dalla legge era quella dell’1 aprile 2018. Come prescritto dall’articolo 4 comma 8 della legge 219/2017, “il Ministero della Salute, le Regioni e le Aziende sanitarie provvedono a informare della possibilità di redigere le DAT” anche attraverso i rispettivi siti internet. Questa prima scadenza è stata rispettata dal Ministero della Salute con la semplice pubblicazione della notizia sul sito internet. Non abbiamo assistito a una vera e propria campagna di informazione.
La videoregistrazione e l’assenza di garanzie per chi non può muoversi
Una seconda problematica aperta è quella della videoregistrazione della DAT, attualmente troppo spesso non possibile attraverso i Comuni, così come la possibilità per i pubblici ufficiali di uscire dagli uffici comunali per ritirare le DAT a domicilio nei casi di necessità. Queste due mancanze rendono di fatto impossibile il deposito gratuito delle DAT proprio alle persone più fragili nel nostro Paese, che si trovano costrette a doversi rivolgere a un notaio.
Il deposito presso le ASL
All’articolo 4 commi 6 e 7 la legge 219/2017 prevede che “Le regioni che adottano modalità telematiche di gestione della cartella clinica o il fascicolo sanitario elettronico o altre modalità informatiche di gestione dei dati del singolo iscritto al Servizio sanitario nazionale possono, con proprio atto, regolamentare la raccolta di copia delle DAT […]“. In questo caso, quindi davanti a Regioni che hanno adottato modalità di gestione telematica delle cartelle cliniche, il deposito delle DAT potrebbe avvenire anche “presso le strutture sanitarie“. Di fatto al momento bisogna segnalare che non ci risultano strutture sanitarie che ritirino le DAT, nemmeno laddove è stata regolamentata la gestione telematica delle cartelle cliniche.
Membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni. Dal gennaio 2013 coordina la campagna Eutanasia Legale. Ha organizzato la raccolta firme per la proposta di legge popolare che nel 2017 ha portato all’approvazione della legge sul Testamento Biologico e nel 2021 ha coordinato la raccolta firme per il Referendum Eutanasia Legale. Nel 2016 ha coordinato la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare Legalizziamo!. Con la casa editrice Giappichelli ha pubblicato il volume “Testamento biologico e consenso informato“, mentre con Officina di Hank ha pubblicato “Io Coltivo – Diario di una disobbedienza”.