Che cosa sono i Livelli essenziali di assistenza (LEA)
I Livelli essenziali di assistenza (o LEA) sono prestazioni sanitarie garantite dal Servizio sanitario nazionale a tutti i cittadini a titolo gratuito o previo la partecipazione alla spesa tramite ticket.
Benché introdotti nella legislazione italiana con il decreto legislativo 502 del 30 dicembre 1992, vengono definiti per la prima volta col decreto del presidente del Consiglio del 29 novembre 2001, entrato in vigore il 23 febbraio 2002. L’ultimo aggiornamento è avvenuto con il decreto del presidente del Consiglio 12 gennaio 2017.
I livelli essenziali di assistenza sono organizzati secondo tre aree precise:
- l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alla collettività e ai singoli.
- l’assistenza distrettuale, ossia le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai alle persone con disabilità, dai servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi ai Servizi territoriali consultoriali.
- l’assistenza ospedaliera, in pronto soccorso, in ricovero ordinario, in day hospital e day surgery, in strutture per la lungodegenza e la riabilitazione, e così via.
I servizi inclusi nei LEA rappresentano il minimo essenziale che il Servizio sanitario nazionale offre ai cittadini. Le Regioni, di conseguenza, possono garantire servizi e prestazioni ulteriori.
L’Associazione Luca Coscioni per i LEA
Da anni, l’Associazione Luca Coscioni si batte per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza in due ambiti.
Il primo è quello del Nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili, secondo il principio per cui le persone con disabilità hanno diritto di conoscere con chiarezza e senza ambiguità quali sono i dispositivi a cui hanno effettivamente diritto, senza sottoporsi ad umilianti mercanteggiamenti per sapere cosa può essere ottenuto gratuitamente e cosa no. In tal senso, all’indomani della pubblicazione del testo di aggiornamento dei LEA, l’Associazione ha scritto all’allora Ministra Beatrice Lorenzin una lettera avanzando due specifiche richieste in materia (→ Scopri di più nella sezione dedicata al Nomenclatore tariffario). La richiesta è stata, poi, inoltrata anche ai due successori, Giulia Grillo e Roberto Speranza.
Il secondo ambito è inerente alla Diagnosi preimpianto (→ Scopri di più nella sezione dedicata alla Diagnosi preimpianto), una indagine clinica diagnostica sull’embrione che consente di individuare determinate malattie genetiche. Attraverso questa tecnica di fecondazione medicalmente assistita è, dunque, possibile evitare il trasferimento al feto di eventuali malattie da parte di genitori portatori sani. Nonostante sia lecita e applicata in Italia, non è inserita nei LEA: di conseguenza, non è a carico del Servizio sanitario nazionale e solo poche Regioni, ad oggi, se ne fanno carico. Nel 2017, pertanto, l’Associazione ha rivolto un appello al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e poi reiterata anche ai due successori – Giulia Grillo e Roberto Speranza – per chiedere l’inserimento della Diagnosi Preimpianto nei LEA.