Assoluzione Cappato e Welby

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Benvenuti ad Agenda Podcast sono Marco Gentili co Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, oggi volevo parlare dell’assoluzione di Marco Cappato e Mina Welby per aver aiutato Davide Trentini a far valere il suo diritto ad una morte dignitosa

 l’anime triste di coloro che visser sanza infamia e sanza lodo
Dante Alighieri, Inferno Canto Terzo

Nel festeggiare l’assoluzione di Mina Welby e Marco Cappato, per avere aiutato DavideTrentini a far valere il suo diritto ad una morte dignitosa, ho subito cercato un aggettivo che nel migliore dei modi definisse i nostri parlamentari e in generale larga parte della
classe politica.

Altro non ho trovato che ignavi, da qui la citazione della Divina Commedia.
Faccio un salto indietro riferendomi sempre alle battaglie che portiamo avanti come Associazione Luca Coscioni, in questi anni qualsiasi progresso in tema di diritti civili è stato conseguenza di sentenze di tribunali e ricorsi alla corte costituzionale.

Si è creata una giurisprudenza favorevole alla libertà di scelta, ma non è stato emanato alcun provvedimento legislativo per dare attuazione alle sopracitate sentenze anche se espressamente prescritto. Si tratta di mancanza di coraggio e senso civico, una pavidità manifesta solo verso certe tematiche, certo non quando si tratta di prebende e privilegi, è più facile rimanere alla finestra, invece di assumersi qualche responsabilità.
Tutto è iniziato con una serie di ricorsi contro la legge 40 del 2004, sulla procreazione medicalmente assistita; ben tre sentenze della Corte Costituzionale ne hanno stravolto l’impianto riferite al limite nella produzione di embrioni, alla possibilità di poter accedere
alla fecondazione eterologa e alla diagnosi preimpianto, in caso di malattie genetiche rare.
Nonostante tutto una materia così delicata ancora oggi è regolata da norme retrive, che ancora esalano effetti limitanti e antimoderni.

Un altro passo importante è stata la sentenza della corte costituzionale relativa all’assoluzione di Marco Cappato, per avere aiutato a morire Fabiano Antoniani, che depenalizza l’aiuto al suicidio, qualora avvenga in presenza di determinate condizioni. Il dispositivo della sentenza esprimeva la necessità di un intervento legislativo che recepisse quanto deciso, ma a distanza di quasi un anno nulla è accaduto fino alla nuova assoluzione di Marco e Mina Welby.

La precedente sentenza della consulta è stata interpretata in senso meno restrittivo laddove si fa riferimento al sostegno vitale, considerato non solo riferito alle macchine ma anche determinati trattamenti o azioni che permettono la sopravvivenza. Il legislatore, ma anche il Governo continuano a tacere, forti del motto chi nulla ardisce nulla fa, noi no, forti invece della voce che a distanza di 50 anni continua a darci la nostra Carta Costituzionale.