Quanto è accaduto al San Giovanni di Roma – otto malati morti per un batterio killer – non è un eccezione. Perché le infezioni ospedaliere sono tra le prime cause di decesso da malasanità. Non solo: i 45 mila morti denunciati da Marcello Crivellini (docente di Analisi e organizzazione di sistemi sanitarial Politecnico di Milano, che ha scritto per la news letter dell’Associazione Coscioni), sarebbero la punta dell’iceberg. Secondo lo studioso, gli errori ai danni dei pazienti sono tra il 4 e il 12 per cento dei ricoveri e almeno il 4 per cento di tali eventi avversi porta al decesso. Anni fasi parlò di 90mila vittime da malasanità. Scoppiarono polemiche perché i numeri non avevano sostegno scientifico. Adesso questo studio dimezza il numero di allora. Ma, se valido, è sempre altissimo. Viene da pensare che nella sanità ci sia una specie di Fatalismo. Invece sappiamo che tutto ha una causa. E che se muoiono di ospedale ogni giorno 123 persone per errori umani e/o disorganizzazione, qualcosa si pub fare. Anche perché troppi interventi sono inutili. Ministro, assessori, medici, infermieri, associazioni di malati sono indifferenti rispetto a dati tanto impressionanti?
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.