Io volevo soffermare la riflessione nei lavori di questo congresso su, dato che siamo appunto l’associazione Luca Coscioni per la libertà scientifica, soggetto costituente del Partito Radicale Non violento Transnazionale e Transpartito, sull’attività enorme che da sempre, e soprattutto in questi ultimi anni, date le emergenze nazionali e transnazionali che ci sono state, poi si è fatta e si continua a fare. Per mettere in risalto come poi le varie tematiche riguardanti la scienza, la ricerca scientifica, non abbiano mai avuto e continuano assolutamente a non avere alcun collegamento, io dico a seguito della ricerca del metodo che poi ha caratterizzato tutti gli interventi, per me, di questo bellissimo congresso e che non permette praticamente di dare voce ad un dibattito che permetta appunto il punto interrogativo e il dubbio sulla possibilità che poi la salute, quindi la cura delle malattie, e anche i dubbi, così come negli interventi di D’Elia e anche questa sera del professore Giuseppe (adesso non ricordo il cognome) Testa hanno posto in rapporto anche alla spiritualità (no?), a quel mistero che ancora magari la scienza non riesce ad esplicitare e che appunto è qualcosa sul quale anche noi dovremmo praticamente interrogarci.
Io credo che viceversa l’approccio debba essere ribaltato ma proprio perché appunto questo congresso dà la possibilità di riflettere e quindi di ragionare proprio sull’importanza del metodo e del percorso che poi ha caratterizzato gli eventi tragici nazionali e transnazionali e sul fatto dell’assenza di spiritualità, nella mancanza di reazione alle illegalità nazionali, e internazionali e transnazionali; perché io la reazione l’ho vista qui nella galassia radicale ma non l’ho vista assolutamente fuori dalla galassia radicale. E cioè per esempio l’emergenza della giustizia con l’appendice delle carceri; la commissione parlamentare di vigilanza (noi abbiamo iniziato questa legislatura occupando appunto palazzo San Macuto); il Presidente della Repubblica che appunto ha detto ultimamente nell’incontro avuto con i professori, con il professor Pugiotto che “il messaggio alle Camere non lo ritengo assolutamente opportuno”: io non sono un costituzionalista ma ascoltando anche Radio Radicale mi sembra che fosse viceversa un obbligo giuridico; il fatto che lui si è occupato continuamente ogni giorno in televisione di legge elettorale; addirittura ha preso posizione anche per quanto riguarda la vertenza degli operai dell’Alcoa; ultimamente appunto proprio nell’incontro con il professore Pugiotto per quanto riguarda il quorum dei due terzi per l’amnistia, anche lì è intervenuto dicendo che forse lì bisognerebbe valutare l’opportunità di mantenere quel quorum o viceversa; e appunto la laurea a Gheddafi; le onorificenze ad Assad; tutto quello che sta avvenendo in Siria; Casini “si vada a votare subito per le regionali nel Lazio”: io proprio poc’anzi prima di andare a cena con un partecipante al congresso mi sono soffermato nel rilevare come praticamente proprio la campagna elettorale che poi noi avevamo fatto nel Lazio aveva visto poi la centralità attorno a che cosa, attorno al fatto che Emma Bonino, noi non sapevamo se fosse giusto o meno continuare a presentare la candidatura di Emma Bonino, volevamo addirittura a un certo punto ritirarla, con Emma che ha fatto ben 5 giorni di sciopero della sete. Allora il metodo che io ho cercato di richiamare e con il quale voglio collegarmi all’intervento di Testa e all’intervento di Sergio D’Elia precedentemente, oggi pomeriggio, è proprio quello che poi permette forse anche di colmare quello che la scienza nell’intervento di Testa e anche di D’Elia non ancora riesce ad esplicitare, a trovare nel mistero della nostra vita biologica e quindi anche di tutto quello che c’è fuori, le nostre conoscenze dell’universo, il mistero dell’assoluto e quant’altro, proprio nel fatto che poi lo spazio lo si colma proprio ricercando le ragioni del conosciuto e delle verità storiche che ci hanno dato le certezze attorno alle quali poi, appunto, abbiamo contezza della nostra esistenza, oggi per il passato e quindi in prospettiva, e che questo non è assolutamente in contrasto anche con la spiritualità e con quel mistero che poi (per me è così) tutte le persone poi fondamentalmente hanno… Io per esempio sono ateo, vi dico velocissimamente cos’è per me vita: per me la vita nel ragionarci è questa penna, è le pareti di questo muro, sono io appunto, è la mia camicia, perché la materia nel mistero di quello che è conosciuto e di quello che non è conosciuto è qualcosa in continua praticamente trasformazione e non ci vedo alcun contrasto praticamente con chi crede in questo testo sacro piuttosto che in quest’altro, laddove appunto se il metodo è il riferimento poi forse l’interrogativo sulla spiritualità che tanto viene decantata ogni giorno sui mezzi di comunicazione in un modo oppure nell’altro non ti dà una reazione alla laurea a Gheddafi, non ti da una reazione al macello della Siria e alla Gran Croce con Cordone di Gran Merito che noi abbiamo conferito come Repubblica Italiana ad Assad appena due anni fa, come non ti dà la reazione ad un messaggio del Presidente del Senato della Repubblica Italiana e del Presidente della Regione Puglia qui al congresso dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, quasi come se fosse qualcosa obbligato a dover fare: cioè magari se è un peso forse è meglio anche non mandarlo, se quello poi deve essere il messaggio che poi si qualifica da solo.
Questa è la grande emergenza, ho finito, la grande emergenza scientifica, di ricerca scientifica perché la grande emergenza democratica e quindi di spiritualità nella quale, e ho finito, io penso che (questa è una parte che non sono riuscito a toccare, va bene la concludo rapidamente) penso che questo debba investire anche a livello internazionale, a livello transnazionale coloro che poi portano alta la bandiera della libertà e della democrazia, penso appunto a Washington, a Londra, vedi l’Iraq, Saddam Hussein e tutta la campagna che abbiamo fatto in quell’ambito. Se io negli Stati Uniti o in Inghilterra avessi avuto questo Presidente della Repubblica, con queste distruzioni dello stato di diritto da lui perpetrate, se tutto questo fosse stato da loro tollerato e se io faccio business a livello internazionale e non sento, dentro di me, come statunitense e come inglese la spiritualità di appunto denunciare qualcosa di distorto che è il grande male ed è appunto, sì ho finito, ed è praticamente quello che poi dagli interventi è venuto fuori, cioè il fatto che, detto anche da Pannella, la banalità del male, il fatto che magari tanto buono magari lo si può trovare in chi ha praticato poi dittatura e orrore e forse questo orrore oggi l’abbiamo sotto gli occhi di tutti, sotto i nostri occhi fuori dalla ricerca appunto del metodo e del percorso.
Grazie.