Embrioni morti per un black out: condannato il Fatebenefratelli

Il Giornale Milano
Elag

Un cortocircuito, la notte tra l’8 e il 9 maggio 2007. Un black out che causò un arresto della corrente elettrica degli incubatori che contenevano tre embrioni, provocandone la morte. Per questo, il giudice civile Gabriella Migliaccio ha condannato il Fatebenefratelli e Oftalmico a risarcire con 65mila euro marito e moglie che si erano rivolti al Centro sterilità presidio ospedaliero Macedonio Melloni – che dipende dal Fatebenefratelli- per una fecondazione assistita. Agli atti del procedimento c’è una relazione dei responsabili del laboratorio, in cui si spiega che «il 7 maggio 2007 due donne si erano sottoposte ad agoaspirazione ecoguidata dei follicoli ovarici e che gli ovociti prelevati (tre per la prima paziente, uno per la seconda) erano stati sottoposti a inseminazione. L’8 maggio due ovociti della prima paziente e ferimento in utero». Gli embrioni dovevano essere impiantati il giorno dopo, ma alle 9 del mattino successivo la responsabile del laboratorio aveva trovato gli incubatori spenti. Al momento della riattivazione della corrente segnalavano una «drammatica caduta della temperatura e della concentrazione di anidride carbonica», che aveva causato un danneggiamento degli embrioni le cui condizioni non sono potute «ritenere purtroppo idonee al trasferimento in utero».