Ecco dove è consentita la Gestazione per altri nel Mondo

65 Stati la consentono per legge, mentre 35 prevedono la forma solidale: i numeri della nostra indagine sulle normative internazionali sulla Gestazione per Altri

Marco Cappato e Filomena Gallo commentano: “Proposta Varchi priva di fondamento giuridico. Abbiamo avvertito tutti i Paesi sulla minaccia alla loro sovranità nazionale”

A pochi giorni dal deposito alla Camera e in Senato della proposta di legge per regolamentare la gravidanza per altri solidale, l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica ha condotto un’indagine su quanti Stati nel mondo prevedono normative e atti che disciplinano la tecnica.

Curato per la parte di ricerca dati dall’avvocata Alessia Cicatelli e per la realizzazione della mappa da Alessandro De Luca, entrambi membri di Giunta dell’Associazione, il dossier prende in esame 268 paesi, e analizza nel dettaglio dove è legale l’accesso e le relative modalità.

Nel dettaglio, la ricerca evidenzia indici come: se la tecnica è consentita; se sì, quale tipologia  (commerciale o solidale); chi vi può accedere; quali requisiti deve avere la gestante; quali requisiti sono richiesti ai genitori intenzionali.

È emerso che sono addirittura 65 gli Stati che prevedono l’accesso alla gravidanza per altri, in forma solidale oppure in entrambe le forme (quindi sia commerciale che solidale) attraverso una legge nazionale.

Di questi, ben 29 individuano come legittimo l’accesso alla gravidanza per altri sia nella forma solidale che in quella commerciale; di un paese (il Guyana) la legge non sancisce espressamente la tipologia ammessa e non è stato possibile reperire questo dato; mentre sono addirittura 35 le nazioni nel mondo che disciplinano con legge la gravidanza per altri nella versione solidale, ovvero senza commercializzazione.

➡ Ecco dove è ammessa in forma solidale e dove è accessibile anche in mancanza di una legge

Nello specifico gli Stati in cui si può accedere alla GPA nella sua sola forma solidale, ai sensi di una specifica legge nazionale, sono:

  • Europa (6): Cipro, Grecia, Macedonia del Nord, Portogallo, Regno Unito e Ucraina
  • Africa (2): Benin e Repubblica Sudafricana
  • Oceania (9): Nuova Zelanda e 8 Stati australiani (Australia Meridionale, Australia Occidentale, Canberra, Nuovo Galles del Sud, Queensland, Tasmania, Territori del Nord e Victoria)
  • Asia (4): India, Kirghizistan, Thailandia e Vietnam
  • America (14): Cuba, Uruguay, 8 Province canadesi (Alberta, Columbia britannica, Isole del Principe Edoardo, Manitoba, Nuova Scozia, Ontario, Saskatchewan, Terranova e Labrador) e 4 Stati degli Stati Uniti d’America (Louisiana, Michigan, Nebraska e Virginia).

Inoltre emerge che ci sono 36 Stati che, pur in assenza di una legge, ritengono la pratica accessibile e ammissibile (di cui, 7 nella sola forma solidale; di ulteriori 2, in base allo studio della casistica giurisprudenziale e degli atti in materia, non è possibile definire quale forma è praticata e praticabile, mentre nei restanti 27 Paesi è praticata in entrambe le forme).

“Come Associazione Luca Coscioni abbiamo formalmente segnalato a tutte le Ambasciate degli Stati esteri che disciplinano la gravidanza per altri la gravità della proposta Varchi: questi Paesi in cui la Gestazione per altri è legale e normata, infatti, se la legge dovesse entrare in vigore, vedrebbero gravemente minacciata la loro sovranità statale senza alcun fondamento giuridico”, ha dichiarato Filomena Gallo, avvocata e segretaria Associazione Luca Coscioni.

“La proposta di estendere la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità anche se praticata all’estero si scontra infatti con l’attuale orientamento delle giurisdizioni italiane e sovranazionali che riconoscono il diritto superiore del minore a vedere trascritto il proprio atto di nascita formato all’estero, senza che il percorso di GPA venga considerato reato se effettuato in un Paese in cui è legale” ha continuato.

Anche la recente pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU)  in tema di gravidanza per altri e riconoscimento giuridico dei bambini nata seguito di tecniche di fecondazione assistita in particolare da coppie omogenitoriali non dice nulla di nuovo rispetto a quanto già affermato negli anni passati e quindi non può essere considerata, come è invece stato fatto in maniera strumentale dalla maggioranza, un avallo né tantomeno una legittimazione all’operato attuale del Governo italiano.

Secondo la Corte l’Italia è dotata di quei minimi strumenti di tutela che non lascerebbero i nati totalmente privi di tutela, per la disponibilità di strumenti come l’adozione. Questo ovviamente non significa che il nostro Paese riconosca piena tutela e dunque valorizzi al massimo l’interesse superiore del minore nato da famiglie omogenitoriali.

La Corte europea non può, secondo le sue competenze, esprimersi su questioni al centro dell’attuale dibattito, come la discriminazione che i figli nati da coppie omogenitoriali subiscono laddove venga loro negato uno status giuridico di filiazione pieno con riconoscimento di entrambi i genitori.

“Con la nostra proposta di legge sulla gravidanza per altri solidale appena depositata alla Camera e in Senato superiamo i tentativi strumentali di chi, contrario a questa tecnica, la identifica solo come mercificazione e sfruttamento del corpo delle gestanti. Mentre è una tecnica di fecondazione assistita, che aiuta chi per condizione o per patologia non può avere una gravidanza ed è contro ogni forma di sfruttamento e abuso”.