Dopo 41 anni di legge 194 e visto il bilancio negativo della sua applicazione, riteniamo che la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza vada aggiornata. A partire dalle Regioni.
Qui proponiamo la costituzione di un centro di informazione e coordinamento, prevedendo un adeguato monitoraggio dell’obiezione di coscienza; la conferma dell’attribuzione ai consultori familiari di una funzione centrale nel favorire il percorso di accesso ai servizi e di partecipare attivamente ad alcune sue fasi; un’adeguata presa in carico dei casi urgenti e la garanzia della continuità terapeutica per le donne che si rivolgono alle strutture pubbliche e alle private accreditate per procreazione medicalmente assistita e/o diagnosi prenatale; informazione e accesso gratuito alla contraccezione in fase post-abortiva; la formazione del personale sanitario.