Il dibattito sulla sperimentazione animale è segnato dallo scontro di contrapposizioni ideologiche che mettono in stallo un serio confronto tra le diverse posizioni. Per questo con Giulio Cossu, Piergiorgio Strata, Cesare Galli e Ivan Innocenti, Dirigenti e Consiglieri generali dell’Associazione Luca Coscioni, abbiamo deciso di fornire un nostro contributo in vista del voto sulla sperimentazione animale determinato dalla Comunitaria.
Il problema della sperimentazione animale si ripropone da anni, nonostante l’approvazione di leggi nazionali e comunitarie che regolano in modo molto stretto questa attività, evitando ogni sofferenza agli animali, tranne nei rari casi in cui l’oggetto dello studio è proprio il dolore, casi peraltro regolati e controllati con estrema attenzione, alcuni dei quali si svolgono anche su esseri umani.
È vero che questa coscienza non esisteva venti anni fa (almeno in Italia: in UK, l’Act che regola la sperimentazione animale è del 1986 e sta per essere revisionato) ed è merito delle associazioni animaliste aver portato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sul fatto che ogni essere vivente ha diritto di essere trattato “umanamente” e non sottoposto a inutili sofferenze. Se da un lato riteniamo necessario investire nello sviluppo di metodi di ricerca alternativi, nel rispetto della vita e della salute di esseri senzienti, dall’altro lato, tuttavia, dinanzi alla stragrande maggioranza della comunità scientifica che evidenzia l’indispensabilità della ricerca sugli animali, riteniamo che richiedere l’abolizione tout court della sperimentazione animale significherebbe fermare il progresso della medicina, con un conseguente costo in termine di vite e salute umana, assumere una posizione che non tiene conto della utile necessità del presente ma solo dall’emotività. Rinnegare il valore della sperimentazione animale significa rinnegare il valore della stragrande maggioranza dei Premi Nobel della Medicina.
Scrive Piergiorgio Strata: “Vorrei ricordare che a fronte del pluricitato caso talidomide, che risultò innocuo nelle topoline gravide perché non esaminato su altri animali, ma poi causò focomelia nei bambini ad esso esposti durante la vita fetale, vi sono moltissimi esperimenti che hanno rivoluzionato il nostro stato di salute. Se il caso talidomide è stato un caso di insufficiente sperimentazione, forse quello più significativo per l’opinione pubblica è il caso poliomielite. Di questa malattia negli anni ’50 venivano colpite in Italia 3500 persone (quasi tutti bambini) con picchi di 8000 (nell’anno 1958). Oggi nulla. Ripeto più nulla. Milioni di bambini salvati al mondo. Grazie a Sabin. Sabin al Children Hospital di Cincinnati aveva finalizzato le ricerche per la messa a punto di una sospensione di virus attenuati e, nel 1953, presentò alla Commissione per l’immunizzazione del NFIP (National Foundation for Infantile Paralysis) i risultati delle esperienze condotte all’inizio su 10 mila scimmie e 160 scimpanzé e, poi, su 242 persone. Poco dopo, a Singapore, vennero sottoposti a vaccinazione 200 mila bambini. Dal 1959 al 1961 furono vaccinati milioni di bambini dei Paesi dell’Est, dell’Asia e dell’Europa. E nei suddetti Paesi non si verificò più alcun caso di poliomielite. Oggi la poliomielite è in pratica scomparsa nel mondo”.
In realtà tutte le terapie e tutti i farmaci che assumiamo quotidianamente sono stati sperimentati su animali. Sempre meno e sempre senza sofferenze. Il concetto delle tre R (Riduzione, Rifinimento e Sostituzione – Replacement in inglese-) è ben chiaro a tutti i ricercatori, sia per motivi etici che pratici ed economici. Se un metodo alternativo diviene disponibile lo si usa subito, non fosse altro perché costa molto meno. Ma, ci chiediamo, come si possa studiare l’effetto di un farmaco o di una terapia su un organismo intero solo effettuando una simulazione al computer.
Oggi questo non è possibile e l’alternativa sarebbe sperimentare direttamente sui pazienti, spesso bambini affetti da malattie gravissime. Oggi migliaia di pazienti hanno urgenza e necessità di una risposta subito alle loro sofferenze. Queste risposte al momento giungono solo attraverso metodologie che non possono ancora prescindere dall’uso degli animali. La sperimentazione animale, regolata da una rigida disciplina, appare al momento il giusto compromesso tra chi pretende soluzioni tassative e definitive.
Siamo consapevoli anche dei limiti di questo contributo, ma allo stesso tempo ci auguriamo che le nostre considerazioni possano fornire un tassello in più alla discussione parlamentare.

Filomena Gallo
Segretario dell’Associazione Luca Coscioni

 

La risposta di Rossana Boldi, presidente 14° commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato

Carissima Filomena,
Ti ringrazio di questo contributo che trasmetterò, anche a tutti i membri della XIV Commissione del Senato. Come forse saprai, mi sono posta il problema, insieme ai relatori, di approfondire il più possibile l’argomento, perché ritengo che il testo dell’articolo 14 della comunitaria 2011 , come ci è arrivato dalla Camera,sia sbagliato, e, tra l’altro non rispettoso della direttiva.

Grazie ancora
Rossana Boldi
Presidente Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato