Grazie e scusatemi se ho potuto partecipare solo alla seconda giornata perché con Rita Bernardini siamo stati impegnati su Modena e la settimana scorsa sulle dipendenze con Marco Cappato, e il 22 ottobre a Modena con Maria Antonietta Farina Coscioni ritorneremo sulla questione degli ospedali psichiatrici giudiziari. Io provo a sintetizzare alcune questioni che mi preme sottoporre alla vostra attenzione: Sulla questione dell’eutanasia ho visto che la formulazione che si sta via via mettendo a punto prevede, come è giusto che sia, che la richiesta venga sempre avanzata da una persona capace di intendere e di volere, un punto di grande delicatezza che ha creato nei paesi dove queste proposte di diritto positivo sono state provate, grande dibattito perché hanno coinvolto la classe medica e in particolare gli psichiatri. Da questo punto di vista la soluzione individuata sia dai colleghi che nei territori del nord in Australia, oltre 15 anni fa, sia dai colleghi olandesi è stata individuata quella più corretta, quella di lasciare questa valutazione innanzitutto a almeno due medici e che poi uno di questi sia il medico di medicina generale che segue, cura e conosce la persona da tempo. Riterrei un errore quello di attivare circuiti di valutazione specialistica con persone che in tre quarti d’ora non possono fare queste valutazione, questo già nei territori del nord australiani ha bloccato una proposta approvata dal parlamento. Vengo al tema della Sanità che più mi preme: Anche qui e nella mozione che sarà messa ai voti c’è una particolare enfasi sull’approvazione della nuova lista – versione dei LEA. Io vorrei sottoporvi un invito a non sovraccaricare di aspettative irrealistiche questo strumento, quello dell’aggiornamento della lista dei lea e l’inserimento nei LEA di tutte le questioni, compresi gli ausili per la comunicazione, che noi richiediamo, perché la lista dei LEA è allo stato attuale virtuale che è sottoposta per norma alla disponibilità di risorse, ossia è un diritto del cittadino che però non è esigibile a fronte della possibilità di avere delle liste di attesa per l’inserimento in strutture per anziani che vanno oltre l’anno, in attesa probabilmente che la natura risolva la questione. Quindi una possibile soluzione che mi pare di potere individuare sulla quale eventualmente lavorare è quella di premere perché, a fronte di LEA già esistenti che è giusto vengano rivisti e tagliati laddove sono inefficienti, noi si prema per inserire queste proposte in quelle che il Ministero introduce negli obiettivi di piano e che finanzia con fondi vincolati, in maniera tale che in ciascuna Regione non si possa dire: A parità di fondi mi chiedete di produrre altre prestazioni, sono materialmente impossibilitato a farlo. Quindi fondi vincolati su obiettivi di piano che possono prevedere anche la questione degli ausili dei comunicatori. Un esempio in questa direzione lo da la Regione Emilia Romagna che sulla questione dell’autismo ad esempio, ha vincolato dei fondi e li destina nel proprio bilancio. In questo caso si tratterebbe di realizzare a pieno quella funzione centrale del Ministero della Salute che proprio in una sanità regionalizzata dovrebbe essere più forte nell’individuazione di obiettivi aggiuntivi che vanno realizzati. Tenendo sempre in mente che la dimensione del Fondo Sanitario Nazionale nel nostro paese non è affatto superiore a quello della media europea, quindi semmai il nostro peccato è quello dell’efficienza, ma non entro nella questione. La disabilità, qui ho gioco facile e platea attenta nel segnalare che c’è un grave errore che dobbiamo stare attenti a evitare, non noi, ma a fare evitare, ossia che si riproponga attraverso interventi che da più parti vengono sollecitati per la disabilità fisica e psichica per l’anziano, si riproponga la visione istituzionalistica, con la creazione di decine di migliaia di posti letto in istituzioni per anziani, per disabili e quant’altro. Semmai la strada è quella di puntare sulla domiciliarità assistita, sulla possibilità di liberare risorse, turni di personale medico e paramedico bloccati su queste strutture, il cui esito, anche questo, sottoporrei a una analisi scientifica, non è affatto soddisfacente. Riservando i posti letto alle condizioni di non totale autonomia così come riserviamo i posti letto in sanità per grave situazione di estrema necessità. E qui un altro punto: Il ruolo strategico delle politiche sociali assieme a quelle sanitarie, il ruolo degli enti locali. Noi siamo stati e dovremo essere ancora di più a fianco dell’associazionismo, del volontariato e delle sigle che stanno denunciando insieme a noi l’azzeramento del finanziamento per le politiche sociali, perché questo corrisponde a una sanitarizzazione degli interventi sui bisogni di supporto sociale, questo significa che la persona che prima poteva avere un piccolo intervento di supporto dalle politiche sociali fa riferimento all’ospedale e al circuito sanitario, ovviamente svilendo professionalità e facendo lievitare i costi. Io penso che l’obiettivo che dovremmo porci è sollecitare il governo a fare il passo successivo e quindi dal fascicolo sanitario e socio-sanitario: noi sappiamo che esiste una giungla di finanziamenti per le politiche sociali che rendono complesso il meccanismo di controllo e l’esercizio del controllo democratico, il procapite socio-sanitario. Perché finalmente il mondo della Sanità e quello del sociale non facciano come i capponi di Renzo che si beccavano senza sapere che di lì a poco sarebbero finiti in padella entrambi. C’è una iniziativa che mi parrebbe doveroso proporre verso la società scientifica che non può assumere, in prima persona in questo caso, e me ne farò porta voce perché questa sera inizia il congresso nazionale della società di psichiatria, gli studi, le ricerche, i dati che provengono senza associarli nella valutazione complessiva che si fa, che è stata richiesta e formulata, senza associarli a una valutazione di impatto delle conseguenze che in termini di politiche sociali, criminali, giudiziarie quei dati hanno determinato e ritengo che su questo si possa ottenere qualche ulteriore elemento in più. Infine la questione riportata tra le iniziative del budget di salute che interpreta in anticipo e vuole realizzare la commistione tra interventi sanitari e sociali di cui ho parlato, l’azione di alcuni di noi ha determinato che in alcune regioni, in Emilia Romagna per esempio, questa modalità sia in fase di sperimentazione con fondi regionali e questo lo considero un successo, spero al prossimo appuntamento di darvi i primi risultati. Grazie.