Giornata mondiale contro le droghe. Ma Renzi non fa niente

il Garantista
Marco Cappato, Marco Perduca

Oggi si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale della lotta alla droga. È anche la giornata mondiale in ricordo delle vittime della tortura. Tanto nel primo, quanto nel secondo campo, l`Italia non eccelle, anzi! Quattro mesi fa la Corte costituzionale ha dichiarato nulla la legge Fini-Giovanardi per il modo con cui nel 2006 era stata imposta al governo. A maggio Governo e Parlamento hanno rimediato ad alcuni vuoti normativi senza però cogliere l`occasione per una vera e propria riforma dell`impianto proibizionista della normativa. Domenica su I1 Garantista, la segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini “suggeriva” al Governo alcune azioni necessarie e urgenti di rispetto delle leggi vigenti. A oggi, non risulta che il Parlamento abbia in agenda un dibattito sulle “droghe”, né risultano trasmissioni televisive di approfondimento del tema. E i silenzi istituzionali non finiscono qui. Dopo le risibili modifiche alla legge ex-Fini-Giovanardi, il Governo non ha ancora nominato un sottosegretario competente per gli stupefacenti né ha sostituto il dottor Serpelloni a capo del Dipartimento sulle politiche sulle droghe. Non si conoscono le intenzioni di Matteo Renzi circa la convocazione della sesta Conferenza nazionale sulle droghe (l`ultima risale al 2009) né se farà della riduzione dei danni del proibizionismo sulle droghe una priorità della presidenza italiana dell`Unione europea. Eppure il problema permane sia in Italia che nel resto del mondo.

Droga, esseri umani, rifiuti tossici e armi entrano  ed escono dall`Italia con flussi crescenti. Le cifre del Viminale per il 2013 parlano di oltre 20mila operazioni anti-narcotici con sequestri per oltre 72 tonnellate, il 43% in più rispetto all`anno scorso. I segnalati all`autorità giudiziaria son oltre 33mila. Insomma, proibire e punire continuano a fallire. Un quarto dei detenuti mondiali è in carcere per reati di droga. Sono 33 i Paesi che prevedono la pena di morte, anche per mera detenzione e solo in Iran nel 2013 sono state 328 le persone giustiziate per questo. Negli anni, in virtù della “guerra alla droga” si sono fatti accordi coi peggiori regimi, dalla giunta militare birmana ai talebani, dal Vietnam al Laos alla Corea del nord. Tutto per proteggere il mondo dalle sostanze stupefacenti. Ma le sostanze proibite dalla tre Convenzioni Onu in materia di stupefacenti sono anche utilizzabili per la ricerca scientifica e per aiutare malati affetti da decine di malattie. Eppure sono quasi 30 anni che studi approfonditi sulle piante e loro derivati illeciti vengono trattati come se fossero dei libelli sediziosi e vengono sistematicamente silenziate. Nel Regno unito uno studio sull`Lsd s`è visto imporre il segreto di stato e gli è costato il posto! A marzo di quest`anno la Commissione Onu sulle droghe ha deciso che nel 2016 verrà convocata una sessione speciale dell`Assemblea generale interamente dedicata alle “droghe”. Per non sprecare un`altra occasione di riforma, il partito Radicale e l`Associazione si sono unite alla Global commission on drug policies e alla campagna Support don`t punish per chiedere alle istituzioni italiane che si parli di droghe. In vista della riunione alle Nazioni unite del 2016, occorre aprire un dibattito su “guerra alla droga” e violazioni dei diritti umani, pena di morte, limitazioni alla libertà di ricerca scientifica e uso terapeutico delle sostanze proibite, includendo i costi dell`amministrazione della giustizia e quelli delle attività anti-mafie per non parlare della corruzione e della salute pubblica. Sul sito dell`associazione Luca Coscioni possibile firmare un appello a Governo, Parlamento e media italiani. In mancanza di chiare intenzioni riformatrici antiproibizioniste, che comunque i Radicali propongono nel silenzio più totale dalla fine degli anni Sessanta, almeno #parliamodidroghe.Oggi si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale della lotta alla droga. È anche la giornata mondiale in ricordo delle vittime della tortura. Tanto nel primo, quanto nel secondo campo, l`Italia non eccelle, anzi! Quattro mesi fa la Corte costituzionale ha dichiarato nulla la legge Fini-Giovanardi per il modo con cui nel 2006 era stata imposta al governo. A maggio Governo e Parlamento hanno rimediato ad alcuni vuoti normativi senza però cogliere l`occasione per una vera e propria riforma dell`impianto proibizionista della normativa. Domenica su I1 Garantista, la segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini “suggeriva” al Governo alcune azioni necessarie e urgenti di rispetto delle leggi vigenti. A oggi, non risulta che il Parlamento abbia in agenda un dibattito sulle “droghe”, né risultano trasmissioni televisive di approfondimento del tema. E i silenzi istituzionali non finiscono qui. Dopo le risibili modifiche alla legge ex-Fini-Giovanardi, il Governo non ha ancora nominato un sottosegretario competente per gli stupefacenti né ha sostituto il dottor Serpelloni a capo del Dipartimento sulle politiche sulle droghe. Non si conoscono le intenzioni di Matteo Renzi circa la convocazione della sesta Conferenza nazionale sulle droghe (l`ultima risale al 2009) né se farà della riduzione dei danni del proibizionismo sulle droghe una priorità della presidenza italiana dell`Unione europea. Eppure il problema permane sia in Italia che nel resto del mondo. Droga, esseri umani, rifiuti tossici e armi entrano  ed escono dall`Italia con flussi crescenti. Le cifre del Viminale per il 2013 parlano di oltre 20mila operazioni anti-narcotici con sequestri per oltre 72 tonnellate, il 43% in più rispetto all`anno scorso. I segnalati all`autorità giudiziaria son oltre 33mila. Insomma, proibire e punire continuano a fallire. Un quarto dei detenuti mondiali è in carcere per reati di droga. Sono 33 i Paesi che prevedono la pena di morte, anche per mera detenzione e solo in Iran nel 2013 sono state 328 le persone giustiziate per questo. Negli anni, in virtù della “guerra alla droga” si sono fatti accordi coi peggiori regimi, dalla giunta militare birmana ai talebani, dal Vietnam al Laos alla Corea del nord. Tutto per proteggere il mondo dalle sostanze stupefacenti. Ma le sostanze proibite dalla tre Convenzioni Onu in materia di stupefacenti sono anche utilizzabili per la ricerca scientifica e per aiutare malati affetti da decine di malattie. Eppure sono quasi 30 anni che studi approfonditi sulle piante e loro derivati illeciti vengono trattati come se fossero dei libelli sediziosi e vengono sistematicamente silenziate. Nel Regno unito uno studio sull`Lsd s`è visto imporre il segreto di stato e gli è costato il posto! A marzo di quest`anno la Commissione Onu sulle droghe ha deciso che nel 2016 verrà convocata una sessione speciale dell`Assemblea generale interamente dedicata alle “droghe”. Per non sprecare un`altra occasione di riforma, il partito Radicale e l`Associazione si sono unite alla Global commission on drug policies e alla campagna Support don`t punish per chiedere alle istituzioni italiane che si parli di droghe. In vista della riunione alle Nazioni unite del 2016, occorre aprire un dibattito su “guerra alla droga” e violazioni dei diritti umani, pena di morte, limitazioni alla libertà di ricerca scientifica e uso terapeutico delle sostanze proibite, includendo i costi dell`amministrazione della giustizia e quelli delle attività anti-mafie per non parlare della corruzione e della salute pubblica. Sul sito dell`associazione Luca Coscioni possibile firmare un appello a Governo, Parlamento e media italiani. In mancanza di chiare intenzioni riformatrici antiproibizioniste, che comunque i Radicali propongono nel silenzio più totale dalla fine degli anni Sessanta, almeno #parliamodidroghe.