Clonati topi da cellule riprogrammate

Sembrano sempre più promettenti le prospettive offerte dall’utilizzo delle cellule staminali pluripotenti indotte (Ips), le cellule adulte «riprogrammate» fino a diventare simili a quelle embrionali, una via di ricerca aperta dal giapponese Shinya Yamanaka e dallo statunitense James Thomson. È stato pubblicato infatti su «Nature» uno studio di due équipe di scienziati cinesi che hanno donato topolini utilizzando appunto queste cellule adulte riprogrammate ottenendo non solo animali sani, ma anche fertili.

«Nella sostanza dobbiamo rallegrarci – osserva il genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Istituto Mendel-CSS – ma occorre mantenere alta l’attenzione perché queste tecniche vengano impiegate solo per scopi di ricerca e cura di malattie». Altrettanto positivo il commento di Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma TorVergata: «Oggi sappiamo che queste cellule adulte riprogrammate sono davvero identiche alle embrionali». «L’esperimento – precisa Roberto Colombo, responsabile del Laboratorio di Biologia molecolare e Genetica dell’Università Cattolica di Milano – è una prova molto importante e attesta che le cellule sta- minali pluripotenti indotte (Ips) sono veramente molto simili alle staminali embrionali e hanno un potenziale epigenetico che le rende capaci di generare tutti i tessuti del corpo di un mammifero e, dunque, anche dell’uomo». Lo studio, frutto del lavoro dei gruppi di Qi Zhou (Accademia cinese delle scienze di Pechino) e di Fanyi Zeng dell`università Jiao Tong di Shangai, dimostra come, a partire da fibroblasti «ringiovaniti» artificialmente (cioè riprogrammati), siano state ottenute cellule staminali con le capacità di quelle embrionali. Queste cellule simil-embrionali sono state poi utilizzate per generare topolini: in particolare i ricercatori descrivono la generazione di 37 linee cellulari Ips, tre delle quali hanno prodotto 27 topolini vivi. Uno di questi animali, chiamato Xiao Xiao (Piccolo), a sette settimane si è accoppiato con una femmina e ha avuto prole.

L’esperimento è stato importante, spiega Giuseppe Novelli, perché ha dato la prova della totale identità delle Ips e delle cellule embrionali. «Questa prova si ottiene solo con l’esperimento eseguito dai ricercatori cinesi – aggiunge -, la "coniple mentazione tetraploide" che consiste nel creare un animale sano a partire da cellule Ips». I ricercatori hanno prima creato varie linee di cellule Ips usando cellule adulte di topo, spiega Novelli, poi hanno preso una cellula embrionale e l’hanno fusa con una Ips ottenendo una cellula con due nuclei (da qui «tetraploide»). «Questa cellula, moltiplicandosi, forma la placenta – continua Novelli -; gli scienziati hanno inoculato cellule Ips in questo abbozzo di placenta e dato vita a embrioni interamente formati da cellule Ips». La candidatura delle cellule Ips «a sostituire le staminali embrionali nella ricerca sulla rigenerazione dei tessuti lesionati dei pazienti – aggiunge Roberto Colombo – esce dunque molto rafforzata da questi esperimenti». «Ci auguriamo però – puntualizza Colombo – che non siano eseguiti esperimenti analoghi di donazione per provare lo stesso principio utilizzando la fusione con cellule di embrioni umani: non vi è necessità di simili esperimenti per proseguire nella ricerca a fini terapeutici». «Occorre ricordare – concorda Dallapiccola, che è anche presidente di "Scienza&Vita" – che se si pensa di ottenere cellule per terapie "su misura" del paziente, la prospettiva è interessante. Se viceversa, qualcuno punta a realizzare donazioni umane, bisogna che ci sia un adeguato sistema di governo di tali esperimenti».