Se la contraccezione d’emergenza fosse davvero disponibile le vendite supererebbero ampiamente il milione di confezioni come in Francia ed Inghilterra. Altro che boom! Siamo ancora indietro per le restrizioni legate alla ricetta e alla cattiva informazione medica."
Ad affermarlo è Silvio Viale, il medico ginecologo, membro della direzione dell’Associazione Luca Coscioni, che si batte per l’introduzione in Italia della pillola abortiva RU486 e per l’abolizione della ricetta per la contraccezione di emergenza (meglio nota con il nome improprio di "pillola del giorno dopo").
Silvio Viale, che a Chianciano ha coordinato un gruppo di lavoro proprio sulla
pillola del giorno dopo, ha così proseguito: "370.000 confezioni vendute sono poche
e occorre abolire la ricetta, come è già avvenuto in una cinquantina di paesi*. La
contraccezione di emergenza non ha controindicazioni cliniche (classe1 OMS) e
comporta meno problematiche dell’uso continuativo della contraccezione ormonale.
Questo non significa che debba essere usata regolarmente, perché è molto meno
efficace della contraccezione ormonale (pillola EP), ma che non vi siano ragioni per
una sua limitazione d’uso, nemmeno tra le adolescenti. L’Italia è il paese
occidentale che ha il minor tasso di contraccezione e il minor uso dei profilattici,
nonostante sia anche il paese che ha il minor numero di nati e il minor numero di
aborti. Le nostre minorenni sono le più "virtuose" d’Europa per numero di gravidanze
e di aborti, come lo è tutta la società italiana. La realtà è che abbiamo 700.000
concepimenti l’anno, cioè 2000 ogni giorno, con il 71,5% che si concluderà con una
nascita, il 10% in aborto spontaneo e solo il 18,5% in un aborto volontario. Il
punto non è quello di colpevolizzare la contraccezione di emergenza, dopo avere
demonizzato per anni tutta la contraccezione, ma di prendere atto che la pillola del
giorno dopo è indice di una consapevolezza maggiore rispetto a chi non ne conosce
nemmeno l’esistenza, o preferisce accettare un maggiore rischio di gravidanza e di
aborto.
Purtroppo circola troppa disinformazione e mi dispiace che molti colleghi
contribuiscano a diffonderla con toni moralistici e scandalizzati inopportuni. Dalla
SIGO mi aspetto contributi scientifici in linea con la letteratura internazionale e
una censura dei medici che boicottano la contraccezione, non la diffusione di dati
falsi per compiacenza politica."