Il Parlamento brucia altri 6 mesi senza discussione. A settembre interverrà la Consulta

L’inerzia parlamentare sta bloccando anche il lavoro della Giustizia: il Tribunale di Massa infatti attende un cenno della politica sul tema, prima di decidere sull’assistenza al suicidio offerta a Davide Trentini

“Il Parlamento getta nella spazzatura 6 degli 11 mesi concessi dalla Corte costituzionale per dare al legislatore la possibilità di intervenire con una apposita disciplina che regoli la materia del fine vita – dichiara Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

È quanto emerge dal resoconto stenografico della seduta della Camera dei Deputati di ieri, 17 gennaio, nella quale è stata data lettura del calendario dei lavori del prossimo trimestre. Nel calendario non figura ancora calendarizzata, da qui a marzo, la proposta di legge sulla legalizzazione dell’eutanasia depositata ormai oltre cinque anni fa e da allora in costante attesa di discussione”.

 “Figurano come non pervenuti i Presidenti delle Camere Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati così come il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Non si registra da parte loro alcuna azione volta ad onorare il richiamo della Consulta. Segnatamente per quanto concerne la Presidente del Senato, non sono ancora nemmeno state accolte le nostre reiterate richieste di incontro” conclude Cappato.

Se entro il 24 settembre 2019 il Parlamento non avrà approvato una norma, sarà di nuovo la Corte costituzionale ad intervenire. Questa volta con una pronuncia di illegittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio in determinate “ipotesi in cui il soggetto agevolato si identifichi in una persona (a) affetta da una patologia irreversibile e (b) fonte di sofferenze fisiche o psicologiche, che trova assolutamente intollerabili, la quale sia (c) tenuta in vita a mezzo di trattamenti di sostegno vitale, ma resti (d) capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

Si tratta, infatti, di ipotesi nelle quali l’assistenza di terzi nel porre fine alla sua vita può presentarsi al malato come l’unica via d’uscita per sottrarsi, nel rispetto del proprio concetto di dignità della persona, a un mantenimento artificiale in vita non più voluto e che egli ha il diritto di rifiutare.

L’inerzia della politica intanto sta anche bloccando il lavoro della Giustizia italiana. Nei giorni scorsi infatti il Presidente della Corte di Assise di Massa ha deciso di rinviare l’udienza legata all’assistenza al suicidio assistito offerto da Marco Cappato e Mina Welby a Davide Trentini, in attesa che il Parlamento discuta sul tema per colmare il vuoto di tutele in tema di diritto al suicidio assistito, come richiesto con forza dalla Corte Costituzionale