Cannabis light, in attesa del rilancio della legalizzazione, sia conciliata la legge con la Scienza

Dichiarazione di Marco Perduca

“In attesa di poter leggere le motivazioni della decisione delle sezioni riunite della Cassazione, non possiamo non notare che i giudici tornano a stabilire tanto genericamente quanto arbitrariamente il concetto di ‘efficacia drogante‘ senza consultare la comunità scientifica. Lo ripetiamo da (almeno) 40 anni, dalla prima disobbedienza civile di Marco Pannella: ogni organismo reagisce in modo diverso all’ingestione di sostanze diverse, potenzialmente tossiche o no.

Da 500 anni la comunità scientifica ci dice che ‘è la dose che fa il veleno’ mentre, da un paio di decenni, sappiamo che l’uso terapeutico dei principi attivi della cannabis è riconosciuto e impiegato in molti paesi. A gennaio di quest’anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto alle Nazioni unite di rivedere la collocazione della cannabis nelle tabelle sia per i possibili impieghi medico-scientifici sia per la progressiva depenalizzazione in atto in mezzo mondo. Quando si parla di salute occorre sempre tenere di conto di quanto dice la scienza.

“Le sezioni riunite” ha concluso Perduca “hanno voluto armonizzare una serie di sentenze adottate negli ultimi due anni specificando che sarà comunque il giudice di merito ad avere l’ultima parola. Fermi restando i problemi che questa permanente incertezza del diritto creerà a un settore produttivo e commerciale in crescita, il cuore della questione resta – da sempre – la criminalizzazione della libertà di scelta frutto delle proibizioni imposte alla produzione, compravendita, detenzione e consumo di piante ritenute arbitrariamente pericolose per la ‘salute pubblica’ mentre lo sono diventate a seguito dell’adozione di leggi e politiche pubbliche illiberali. Se in Parlamento c’è ancora chi ritiene che la legalizzazione sia perseguibile è giunto il momento di mobilitarsi.