Il blocco sulla PMA eterologa in Lombardia è ingiustificato. La Regione smetta di discriminare i cittadini.

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Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, e Barbara Bonvicini, Segretario di Radicali Milano

Milano, 23 marzo 2017

Con riferimento alla decisione di Palazzo Lombardia di prendere ancora tempo sull’eterologa, in attesa dei decreti del Ministero con le tariffe, nonostante la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), che prevede le tecniche di PMA tra le nuove prestazioni garantite, Filomena Gallo (ALC) e Barbara Bonvicini ((Radicali Milano) dichiarano: “Certo che la regione Lombardia quando si tratta di libertà porta la maglia nera di un primato singolare: una regione che vede una sanità che attrae pazienti dal resto di Italia, ma che vuole negare l’applicazione della fecondazione assistita con gameti esterni, la cosiddetta fecondazione eterologa”.

Dopo un primo tentativo di blocco con una delibera che poneva totalmente a carico dei pazienti in trattamento nel pubblico la tecnica, alcune coppie con l’assistenza degli avvocati Clara e Ammirati hanno impugnato la delibera, e oggi l’eterologa è applicata nel pubblico con un ticket stabilito tramite il recepimento dell’atto della Conferenza delle regioni del 4 settembre 2014. “Il pretesto di aspettare le tariffe dal Ministero visti i nuovi LEA, è un tentativo subdolo di creare nuovi deterrenti all’applicazione di una tecnica di PMA che la politica tende a disconoscere, perché non si è mai rassegnata che il divieto è stato rimosso. Appoggeremo le coppie che con l’avv. Clara vorranno ritornare nei tribunali”.

“E’ arrivato il momento di dire basta alle discriminazioni in base alle patologie nell’ambito della sanità e di garantire ai cittadini la libertà di scelta del percorso sanitario da intraprendere evitandodiscriminazioni che non possono e non devo esserci – proseguono Gallo e Bonvicini – Non è giustificabile l’inerzia della Lombardia che, al contempo, si permette persino di violare i termini previsti dalla legge per la discussione di due proposte di iniziativa popolare, promosse dall’Associazione Luca Coscioni e da Radicali Milano, che chiedono la regolamentazione della Cannabis Terapeutica e l’istituzione di un Registro Regionale dei Biotestamenti, firmate da oltre 15.000 lombardi.

Su Fecondazione Eterologa, Farmaci Cannabinoidi e Disposizioni Anticipate di Trattamento la scusa è sempre la stessa: manca una direttiva Nazionale. Sembra che la Giunta di Maroni abbia perso l’indole federalista, anche su un potere d’autonomia, tanto importante quanto rivendicato, come quello della Sanità Regionale.